“Le indagini sono tutt'altro che terminate, ma quello compiuto in queste ore è un passo decisivo per il completamento dell'inchiesta”. Lo ha detto il dirigente della Squadra mobile della Questura di Aosta, Nicola Donadio, illustrando gli arresti di Andrea Ottonelli, 35 anni ed Elisa Musu (27), entrambi residenti nella villa dei genitori di lei a Bardolino (Verona).
Ai due, indagati per traffico di sostanze stupefacenti e procurata morte derivata da altro reato (la cessione della droga) sono stati concessi i domiciliari. Secondo gli inquirenti della Squadra mobile sono loro che nel marzo scorso portarono in Valle d'Aosta, precisamente a Saint-Pierre, circa un etto di eroina integrata con il micidiale destrometorfano, sostanza antitosse usata da pochi scriteriati per 'tagliare' lo stupefacente, di cui ne quintuplica gli effetti.
“Una dose di quella partita di droga - ha spiegato il sostituto commissario Valter Martina – ha ucciso lo scorso marzo Alessandro Dal Negro, 38enne residente a Saint-Pierre”. E proprio a Saint-Pierre, secondo la polizia, Ottonelli e Musu avevano trovato un appoggio logistico per spacciare l'eroina tagliata male.
In Italia finora sono morte solo tre persone per overdose causata da destrometorfano, due delle quali in Valle, a Saint-Pierre. Un uomo morì nel marzo del 2013, un secondo uomo nel marzo di quest'anno. Tutti e due uccisi da una dose mortale di eroina tagliata con il potente e micidiale anticonvulsivo. “Entrambi avevano assunto una dose di droga che per loro era 'normale' - sostengono gli inquirenti - ma mezzo grammo di eroina tagliata con quell'antitosse (sintetizzato dalla morfina ndr) procura l'effetto di due grammi e mezzo. Il nostro timore, condiviso dal sostituto procuratore Daniela Isaia, era che altra eroina killer fosse ancora in circolazione in Valle, in particolare a Saint-Pierre e nelle zone limitrofe".
E così lo scorso16 maggio, coordinato dal pm Isaia, che aveva preso a cuore la necessità di ridurre al minimo i rischi di una nuova, possibile, overdose fatale, era scattato il blitz della polizia. "Abbiamo effettuato dodici perquisizioni su tutto il territorio di Saint-Pierre, nonché in comuni vicini – aveva spiegato il sostituto commissario Martina - siamo andati praticamente a colpo sicuro, dopo aver svolto una mappatura dei possibili spacciatori o consumatori di eroina". Droga 'tagliata' con metorfano non ne era stata trovata, ma i frutti dell'operazione denominata 'Salvezza' ("Siamo corsi per salvare la vita ai tossicodipendenti", aveva ribadito Martina) erano comunque ragguardevoli. A casa di N.R., 24 anni, erano stati rinvenuti nascosti dentro un radiatore circa 600 grammi di marijuana; M.D.M, 40 anni, aveva con sé 20 grammi di 'erba' e due flaconi di metadone, mentre in una cantina di M.C., 44enne, la polizia aveva trovato 192 proiettili calibro 22 . Tutti e tre erano stati denunciati a piede libero.
“Da lì era poi partita la seconda fase dell'inchiesta – ha ribadito Donadio – che ci ha portato a casa dei due indagati, incensurati, benestanti e gestori di un agriturismo di famiglia nel veronese”. Seguiti passo dopo passo, soprattutto nei loro frequenti viaggi in Thailandia, da dove gli inquirenti ritengono possa provenire l'eroina, Ottonelli e Musu sono stati arrestati all'alba di martedì scorso.
Da ricostruire l'eventuale 'fil rouge' che potrebbe legare pur a distanza di un anno le morti dei due valdostani, anche se per la polizia e per il pm Isaia "importante era bloccare l'eventuale spaccio di altra droga mortale - hanno sottolineato Donadio e Martina - e questo lo abbiamo fatto subito".












