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CRONACA | 11 febbraio 2014, 19:16

TUTTI I NOMI DEGLI INDAGATI NELL'INCHIESTA SULLE SPESE DEI GRUPPI CONSILIARI

Giornalisti alla conferenza stampa

Giornalisti alla conferenza stampa

La maglia nera degli indagati la detiene il Pd, con 12 iscritti nel fascicolo: i consiglieri regionali Raimondo Donzel e Carmela Fontana, l'ex consigliere regionale Gianni Rigo,  i vertici di partito e della società editrice del giornale 'Le Travail': Ruggero Millet, Davide Avati, Claudio Latino, Michele Monteleone (consigliere comunale di Aosta), Giovanni Sandri, Fabio Platania (vice presidente del Consiglio comunale di Aosta), Giuseppe Rollandin, Emilio Zambon, Erika Guichardaz.

Al secondo posto con sei indagati l'Alpe: gli attuali consiglieri regionali Alberto Chatrian, Patrizia Morelli e Chantal Certan (quest'ultima in quanto all'epoca dei fatti segretaria del Movimento); l'ex presidente del partito Carlo Perrin e gli ex consiglieri regionali Giuseppe Cerise e Roberto Louvin.

Cinque gli indagati dell'Union Valdotaine: l'ex capogruppo Diego Empereur, l'ex presidente e oggi capogruppo Ego Perron, il tesoriere Osvaldo Chabod, il presidente della società editrice 'Le Peuple', Guido Grimod e la segretaria del partito Giuliana Rosset.

Seguono il PdL e la Stella Alpina con quattro indagati ciascuno che sono: per il PdL gli ex consiglieri regionali Massimo Lattanzi, Alberto Zucchi, Enrico Tibaldi e Cleto Benin; per la Stella Alpina Francesco Salzone e Dario Comé, rispettivamente capogruppo e vice ed ex consiglieri regionali, gli attuali consiglieri Marco Vierin e André Lanièce.

Ultima e in questo caso la più virtuosa, la Fédération Autonomiste: indagati l'ex consigliere Claudio Lavoyer e Leonardo La Torre, nel frattempo candidatosi nell'Uv.

Il numero degli indagati e dei rinviati a giudizio è destinato a ridursi in quanto lo stesso procuratore capo, Marilinda Mineccia, ha confermato che sta valutando gli atti relativi a tre o quattro indagati la cui posizione potrebbe essere archiviata “a seguito di reali chiarimenti sulle spese”. 

Tra le voci di spesa rendicontate e non legittime secondo la Procura, spiccano i 17 mila euro del gruppo Pd per l'organizzazione di 'Calabria in Festa', con spettacolo, soggiorno e cena pagati ai 24 membri della compagnia teatrale 'ospite', ma anche i circa 40 mila euro spesi dai consiglieri del PdL per pranzi in noti ristoranti di Aosta e Roma, con piatti di squisite mazzencolle (crostacei) e pregiate bottiglie di vino e un costo tra i 45 e i 100 euro a testa.  Al Pd è anche contestato l'acquisto di manifesti elettorali in occasione delle elezioni comunali di Aosta, al Pdl l'organizzazione di serate in locali notturni, tutto pagato con fondi dei gruppi consiliari.

L'Union valdotaine è finita nell'inchiesta per finanziamento illecito dei partiti, indebito utilizzo di contributi e per un episodio di peculato contestato all'allora capogruppo (13.000 euro spesi per regali di Natale, cioccolatini, prodotti enogastronomici), mentre per Alpe le ipotesi di reato di peculato riguardano l'acquisto di cesti natalizi. 

I quattro consiglieri di Stella alpina sono accusati di peculato per aver versato i fondi del gruppo sui propri conti correnti; al momento non hanno giustificato le spese sostenute (al di là di diecimila euro dati al giornale di partito e non oggetto di contestazione).

Risposte su come ha utilizzato i fondi dovranno essere fornite infine da un ex consigliere di Federation autonomiste, che nel rendiconto ha giustificato tutto come 'spese di rappresentanza'. Quasi certa l'archiviazione per l'unico indagato estraneo al mondo della politica che non ha nemmeno ricevuto l'avviso di conclusione indagini.

aostacronaca.it

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