La diagnosi – si legge in una nota dell’Assessorato regionale alla sanità - dimostra che la malattia è presente sul territorio regionale sin dall’estate scorsa, ma la sua estensione è ancora in via di definizione, in quanto sono ancora in corso degli esami così come l’indagine epidemiologica intesa a svelarne l’origine, i chilometri di raggio e le specie colpite. E’ importante ricordare che il cimurro è una malattia che non colpisce l’uomo, ma i carnivori selvatici e domestici, e in essi si diffonde per contatto diretto o attraverso le escrezioni urinarie e fecali o le ciotole e il cibo di cani infetti”.
Il cimurro colpisce prevalentemente i cani in giovane età e si manifesta con problemi al sistema nervoso (con possibilità di paresi) oppure con complicazioni respiratorie. E’ anche possibile che il cane infettato dal virus non riesca più a fare rientro presso la propria abitazione. E’ una malattia che non va sottovalutata e che può portare a conseguenze gravissime se contratta dall'animale domestico. L'unico modo per evitare al cane questa dolorosa patologia è la vaccinazione preventiva. Per questa ragione, si consiglia a tutti i proprietari di cani nei Comuni interessati e delle zone circostanti di controllare lo stato vaccinale del proprio animale e provvedere eventualmente alla vaccinazione, a discrezione del medico veterinario curante, in modo da escludere la possibilità di contagio.
L’assessorato invita, chi notasse i sintomi descritti nei carnivori selvatici, che si avvicinano alle case con perdita dell’abituale senso di diffidenza, a segnalarlo alla stazione forestale più vicina, così come si invitano i medici veterinari che facessero diagnosi di tale patologia a darne comunicazione alla struttura di sanità animale del dipartimento di prevenzione dell’Azienda Usl.












