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Chez Nous | 24 settembre 2019, 07:00

Distrazioni di massa

Distrazioni di massa

I politici parlano sempre più spesso di argomenti populisti da utilizzare come armi di distrazione di massa.

Parlano di distrazione di massa per accusare di incapacità progettuale e propositiva degli avversari con l’obiettivo di evitare di affrontare temi ben più interessanti e spinosi che, se posti al centro del dibattito pubblico, potrebbero mettere in crisi la loro credibilità.

La Petite Patrie non è immune da un attacco con armi di distrazione di massa.

La strategia della distrazione è usata per impedire ai valdostani d’interessarsi dei problemi veri e mantenere o creare l’attenzione deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza come la riforma della legge elettorale. Oppure creano un problema per causare la reazione dei valdostani con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che vogliono farci accettare.

Ma il giochetto è elementare ed il Popolo Valdostano non è una massa; il Popolo Valdostano sono donne e uomini che ragionano, che non credono alle fusioni repentine tra partiti, non credono alle riforme elettorali, non credono a questa classe politica.

Il Popolo Valdostano sono donne e uomini che sono sfiduciati perché non vedono un futuro dignitoso per i propri figli e per i propri nipoti. Se siamo a questo punto è perché abbiamo sbagliato tutti anche qualcosa di buono è stato realizzato. Ma ora stiamo davvero raschiando il barile.

Non ci sono più leader carismatici e i valdostani non credono ai protagonisti della politica valdostana. Non è  che siano tutti uguali, le differenze si vedono ma non fanno più innamorare. Ma nemmeno si vede all’orizzonte qualcuno che possa creare curiosità e attenzione.

Alpe e Uvp si accingono, hanno detto, a fondersi in un unico partito, quello degli usciti dall’Uv che ha rifiutato l’invito alla fusione. D’altra parte prima di unirsi in matrimonio è necessario definire un percorso e conoscersi bene. Non è l’Uv il figliol prodigo che torna a casa.

L’Uv ha annunciato un congresso straordinario per darsi un nuovo Presidente dopo che i consiglieri regionali hanno dato il buon servito a Erik Lavevaz che ha preso in mano un movimento a pezzi e si accinge a lasciarlo, se possibile, peggio di come l’ha trovato.

L’Uv va a congresso ma non sa perché, per chi, per cosa, con chi. Non avendo più un leader, tutti i caporali si sentono sergenti di giornata e autorizzati a fare scelte in proprio.

Nessuno dei caporali unionisti sa cos’è l’Autonomia, se serve ancora, se è da difendere. I caporali non sanno cosa pensano i giovani dell’Autonomia; cosa si aspettano dalla politica; quali sono i loro sogni; come vorrebbero la Valle d’Aosta.

I giovani sono lontani dalla politica perché la politica non si interessa dei giovani. E gli anziani sono disamorati dalla politica perché la politica li ha delusi.

La politica deve recuperare politica e una soluzione è quella di andare verso una maggiore trasparenza, per accorciare il distacco dei giovani dalla politica e ridurre le distanze con gli anziani.

Giovani e anziani devono essere coinvolti nelle scelte con dibattiti e confronti. La politica deve rigenerarsi da basso.

Per questo c’è da chiedersi come faranno Alpe e Uvp rigenerarsi fondendo due corpi della vecchia politica.

Per questo c’è da chiedersi come l’Uv possa celebrare un congresso con la prospettiva di darsi organi dirigenti che hanno contribuito nel bene e nel male, soprattutto, a portare la Petite Patrie nelle condizioni in cui si trova: senza leader, senza generali e un esercito di caporali.

Speriamo che anche il congresso dell’Uv e la fusione di Alpe e Uvp non siano null’altro che un’arma di distrazione di massa per gabbare una volta di più un piccolo grande popolo. Il Popolo Valdostano.

piero.minuzzo@gmail.com

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