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Consiglio Valle Comuni | 31 maggio 2019, 11:05

D.Pulz (Adu), 'il bilancio del Casinò fa acqua da tutte la parti'

Daria Pulz

Daria Pulz

"Perché chiedere l'approvazione del bilancio della Casinò de la Vallée quando è chiaro che quel bilancio fa acqua da tutte le parti?"

È quanto si chiede la consigliera regionale del gruppo ADU-VdA, Daria Pulz, a fronte della presa di posizione della Lega VdA sulla Casa da gioco di Saint-Vincent.

"Votare a favore di chi propone soluzioni semplicistiche può essere molto pericoloso per tutti - sottolinea Pulz in una nota - e con la Lega di Salvini in Valle d'Aosta il rischio è altissimo, non solo per le imprescindibili questioni etiche. Sul Casinò ci avevano promesso “niente più soldi pubblici”. Ma era un giochino da bari. E ora che rischia di venir fuori, i leghisti iniziano ad agitarsi".

Il Commissario giudiziale lo ha detto chiaramente: per approvare il bilancio bisogna chiarire degli aspetti; uno dei più spinosi riguarda il debito di oltre 48 milioni che il Casinò vanta verso Finaosta.

"L’amministratore di fiducia dei leghisti (Stefano Rolando) - dice la consigliera Pulz - lo ha considerato “postergato”, cioè tra quelli che non saranno soddisfatti nell’ambito della procedura. Ma il Commissario ha sollecitato la Regione a dire, prima di approvare il bilancio, se rinuncia definitivamente alla restituzione del debito, ritenendo questa dichiarazione rilevante per la procedura di concordato (tradotto: Rolando è stato ambiguo, bisogna che si dica, prima e non dopo l'omologa, che quei soldi la Regione non li vedrà più)".

"Fatta chiarezza - aggiunge la consigliera di ADU-VdA -, il bilancio del Casinò e la procedura concordataria ci guadagnerebbero. Tutto andrebbe via liscio. E per forza! In sostanza il Casinò si salverebbe perché quello che prima era un prestito diventerebbe, magicamente, un regalo".

"La morale della storia è evidente. I leghisti, per non dare 6 milioni di euro al Casinò ("mai più soldi pubblici"), si sono inventati una procedura che rischia di dargliene molti di più: 48 milioni, cui vanno aggiunte le spese per le consulenze, che da sole si avvicinano ai 6 milioni".

Per Pulz "L'alternativa è il fallimento. Ma allora non era più onesto dirlo subito? E che serietà c'è nel voler accelerare tutto, senza fare chiarezza come richiesto dal Commissario? Nessuna serietà, appunto, solo l'intenzione di rimanere nell'ambiguità affinché non salti fuori la verità, e cioè che la bacchetta magica era rotta".

"Prendere in giro le persone può servire a prendere voti, ma non a risolvere i problemi - conclude -. Spiace dirlo a chi si è illuso che al disastro dei governi autonomisti si possa rimediare dando la fiducia a questi sovranisti esaltati".

red. pol.

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