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Consiglio Valle Comuni | 05 marzo 2019, 17:09

Sulla legge elettorale dei Comuni Rete Civica teme passi indietro

Il Gruppo del Consiglio Valle interviene sull’ipotesi di modifica della legge elettorale per le elezioni comunali formulata dal Consiglio permanente degli enti locali

Sulla legge elettorale dei Comuni Rete Civica teme passi indietro

Chiara Minelli articolano le loro osservazione per punti.

Innanzitutto sulla rappresentanza di genere. L'ipotesi del CPEL prevede la conferma del sistema delle tre preferenze e l'eliminazione dell’obbligo della preferenza di genere, mentre la legge attuale stabilisce che, esprimendo tre voti personali, il terzo debba per forza essere attribuito a un genere diverso. Inoltre la proposta del CPEL intende abolire l'obbligo della rappresentanza di genere in Giunta, a fronte dello sforzo dell'innalzamento della percentuale di presenza di genere dal 20 al 30%.

“Con queste modifiche - commentano i Consiglieri Chiara Minelli e Alberto Bertin - la Valle d’Aosta diventerebbe l’unica regione italiana a non garantire la presenza dei due sessi nel governo del Comune. Noi riteniamo che questo comporterebbe un grave passo indietro, rispetto alla normativa vigente. Ci è stato detto che il 6 febbraio scorso le donne facenti parte degli esecutivi sono state convocate dal CPEL per discutere della questione e che si sarebbero espresse all’unanimità per l’abolizione della preferenza di genere: peccato che fosse presente un numero limitato di sindache/assessore - due delle quali contrarie -  e che le consigliere non fossero state invitate”.

Lo scrutinio dei voti. Secondo il CPEL lo spoglio centralizzato dovrebbe essere limitato alla città di Aosta; nei comuni con tre o quattro sezioni elettorali non verrebbe introdotto.

“A nostro avviso - commentano i Consiglieri di Rete Civica-Alliance Citoyenne -, lo spoglio centralizzato è un modo per garantire ulteriormente la libertà di voto, anche nei Comuni con tre o quattro sezioni, cosa che purtroppo non sempre avviene”.

Sui mandati, l’Assemblea degli enti locali conferma poi il proprio favore al limite dei tre mandati per la carica di sindaco, ma prevede la possibilità per chi abbia superato tale limite di entrare in Giunta: “Una gestione dell’amministrazione - dicono Minelli e Bertin - più vicina al modello medievale del feudo che ad una amministrazione del XXI secolo, che non garantirebbe un adeguato ricambio della cosa pubblica”.

Infine la questione delle indennità: si chiede l’aumento del 50% dello stipendio ai sindaci e del 100% ai presidenti delle Unité des communes. “Si tratta di percentuali che RC-AC ritiene troppo elevate, pur nella consapevolezza dell’aumento delle responsabilità di sindaci e membri degli esecutivi”.

Il gruppo consiliare Rete Civica-Alliance Citoyenne  sottolineano come “tali  aspetti evidenzino molte criticità e non siano in gran parte condivisibili”

red. pol.

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