Nel 2016 il reddito disponibile pro capite per abitante della Valle d’Aosta si conferma ai primi posti nella graduatoria nazionale, con un valore pari a 20.996 euro; il suo andamento (+1,2%) è tuttavia inferiore ad ogni altra regione italiana. La spesa complessiva per i beni durevoli si attesta intorno ai 165 milioni di euro, una crescita superiore ad ogni altra regione con un incremento del +8,0%. I mercati sono trainati dal comparto mobilità: +17,1 % per le auto nuove e un importante +59,7% per i motoveicoli. Grande dinamicità anche per gli elettrodomestici, che registrano un +5,9%, mentre la media italiana si attesta sul +3,2%.
In termini di reddito pro capite, la Valle d’Aosta resta una delle regioni più ricche d’Italia, con 20.996 euro (la media italiana si attesta sui 18.658 euro). Cresce la spesa per i beni durevoli complessiva, 165 milioni di euro rispetto ai 152 del 2015 (+8,0%), su un totale di 59.295 milioni di euro di totale italiano: è la crescita più alta in tutto il Paese.
settori di spesa
Auto e moto Il comparto continua un’ottima resa dopo l’aumento del +11,7% del 2015 e quest’anno registra un aumento del +17,1% per le auto nuove (volume di vendite pari a 50 milioni di euro), un aumento del +59,7% per i motoveicoli (5 milioni la spesa totale) e del +4,0% per le auto usate (57 milioni di spesa complessiva).
Mobili – Si evidenzia una leggera crescita il comparto dei mobili (+1,5%), per i quali gli abitanti della Valle d’Aosta hanno speso complessivamente 25 milioni di euro. Elettrodomestici grandi e piccoli – Il mercato degli elettrodomestici registra un ottimo andamento con un +5,9% che è ben sopra la media italiana (ferma a +3,2%). Le famiglie valdostane hanno speso 16 milioni di euro in totale per quanto riguarda questo comparto.
Elettronica di consumo – Buona anche la performance dell’elettronica di consumo, che recupera rispetto al -6,5% del 2015 e fa registrare un incremento positivo di +0,8%, con una spesa totale di 7 milioni di euro per il 2016.
Prodotti Informatici – Unico risultato negativo per il comparto dell’informatica, che continua la flessione degli ultimi anni (-4,8% nel 2015) e registra un calo del -5,3% con una spesa di 6 milioni di euro.
Alcune tendenze generali che si riscontrano anche in Valle D’Aosta: la sostenibilità, un valore sempre più discriminante e premiante.
Anche in questa Regione, come nel resto d’Italia i consumatori hanno un atteggiamento molto selettivo ed esigente: ben sette su dieci sono disponibili a premiare le aziende che investono in sostenibilità, pagando di più i loro prodotti. Per contro, qualora un’azienda si dimostrasse evidentemente non sostenibile, sono disposti a boicottarla astenendosi dall’acquisto (nel 64% dei casi), oppure sconsigliandolo a parenti ed amici (nel 45%).
In effetti la qualità intesa in senso lato (61%) è oggi il valore guida degli italiani quando fanno acquisti davanti al prezzo (58%) e alle promozioni (40%), capovolgendo un paradigma che spesso vedeva il fattore economico come elemento discriminante; l’indagine rileva poi come ben l’87% degli intervistati sceglie marchi di fiducia, possibilmente italiani, meglio se con una buona reputazione.
Per il 53% degli intervistati il concetto di sostenibilità è intrinsecamente connesso alla variabile ambientale: l’attenzione alle risorse limitate è notevole, mentre la sostenibilità ormai non è più una dichiarazione, ma uno stile di vita sempre più diffuso (87%).
I settori considerati più virtuosi sono quelli alimentari, energetico e automobilistico, anche grazie alla ingente comunicazione di prodotto che è stata effettuata, facendo cardine sui temi della sostenibilità. Per quanto concerne il terziario, e più in particolare banche e assicurazioni, la sostenibilità viene misurata dalla vicinanza ai clienti che attraversano momenti di difficoltà (40%), da una comunicazione chiara e trasparente (35%), dall’offerta di prodotti e servizi adeguati e non sovradimensionati (33%).
Sul versante aziendale gli investimenti in sostenibilità vertono principalmente sulla governance, sulla sostenibilità sociale ed ambientale. L’80% delle società intervistate dichiara che l’impegno nella sostenibilità si traduce in una migliore performance economica finanziaria nel medio/lungo periodo.
Tuttavia la mancanza di ritorno immediato unita a quella di incentivi di mercato, sono elementi che rallentano lo sviluppo della sostenibilità all’interno delle aziende, secondo circa un’azienda su quattro tra quelle intervistate.













