C’è un giorno, ogni anno, in cui il SAVT mette da parte carte, scartoffie e vertenze per dedicarsi a ciò che unisce davvero: le persone. L’8 dicembre è diventato quasi un rito laico della socialità valdostana, una specie di Natale anticipato in versione sindacale, con sorrisi al posto dei discorsi e tovaglie al posto dei volantini. E quest’anno il cuore della festa batte ad Arnad, patria del lardo e delle tavolate felici, ospiti del ristorante La Kiuva, che già solo a pronunciarlo mette appetito.
La mattinata parte nel modo più classico e raccolto: alle ore 10.00 ci si ritrova alla chiesa parrocchiale per la Santa Messa, una pausa di quiete prima del delirio gioioso della giornata. Poi, giusto il tempo di salutare qualcuno sul sagrato, e via a un piccolo pellegrinaggio del gusto: alle 11.15 il gruppo farà visita al salumificio Bertolin, che per i valdostani è quasi un tempio della tradizione, un luogo dove la cultura passa anche dagli aromi.
Dopo la cultura (e qualche inevitabile tentazione gastronomica), arriva il momento clou: alle 12.30 ci si siede a tavola alla Kiuva, pronti per il pranzo che ogni anno fa concorrenza alla convivialità delle feste di famiglia. Prezzi pop e spirito ancora più popolare: 35 euro per gli iscritti SAVT, 40 per i non iscritti. E per chi vive sul filo dell’ultimo minuto? Nessun problema: la prenotazione ufficiale è entro il 1° dicembre (ore 12.00), ma c’è la famosa apertura “alla valdostana” per qualche ritardatario.
Per iscriversi basta chiamare una delle sedi SAVT:
Aosta – 0165 238384
Verrès – 0125 920425
Pont-Saint-Martin – 0125 804383
Aldo Cottino – 335 6823445
E poi, finito il pranzo? Niente abbiocco, Piero: la festa continua con la musica e la simpatia di “Mile Danna et compagnon”, che promettono un pomeriggio movimentato, di quelli in cui si balla, si ride e ci si ritrova volentieri anche con chi non si vede da un po’.
Insomma, l’8 dicembre ad Arnad sarà tutto un abbraccio collettivo: una giornata per rinforzare legami, scambiare due parole, fare il pieno di buonumore e ricordarsi che una comunità – quando vuole – sa ancora ritrovarsi attorno a un tavolo. E allora… tutti in Bassa Valle, ché la festa quest’anno profuma di tradizione e lardo.













