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CRONACA | 27 novembre 2025, 09:43

Aggressione in carcere e soccorsi improvvisati, Osapp "la gestione che non possiamo più tollerare"

Un agente aggredito nella Casa Circondariale di Aosta è stato portato al Pronto Soccorso con un’auto privata invece che in ambulanza. Una gestione inaccettabile che rivela falle profonde nella tutela del personale penitenziario

Leo Beneduci

Leo Beneduci

L’aggressione avvenuta nella Casa Circondariale di Aosta non è solo l’ennesimo episodio di violenza tra le mura di un istituto penitenziario: è la prova lampante di come l’amministrazione continui a non garantire nemmeno l’essenziale a chi indossa la divisa. Il 25 novembre 2025, un giovane agente della scorta di Torino è stato colpito brutalmente da un detenuto di origine straniera all’Ufficio Matricola. «L’agente era ferito e sanguinante», viene riferito, eppure quanto accaduto subito dopo è ancora più grave.

Invece di chiamare l’ambulanza, come prevedono protocolli basilari in presenza di un possibile trauma cranico, qualcuno ha deciso di arrangiarsi. L’agente è stato accompagnato al Pronto Soccorso su un’auto privata, «una scelta rischiosa e totalmente inadeguata», sottolineano fonti sindacali. A portarlo non è stato nemmeno personale in servizio, ma «un dipendente che aveva già terminato il proprio turno», dettaglio che da solo basterebbe a spiegare quanto l’intera gestione dell’emergenza sia stata fuori linea.

L’OSAPP non usa giri di parole e chiede che siano avviati immediatamente accertamenti. «Questo episodio – afferma il Segretario Generale, Leo Beneduci – dimostra una mancanza di attenzione verso il personale che non può più essere giustificata». E aggiunge: «È necessario disporre pertinenti accertamenti su come è stata gestita questa emergenza e sulle responsabilità connesse».

Il punto è semplice: se un’istituzione non riesce nemmeno a garantire un soccorso adeguato a un proprio agente ferito, significa che il sistema non sta funzionando. E non è la prima volta che l’amministrazione penitenziaria finisce sotto accusa per improvvisazione, sottovalutazione dei rischi, incapacità di rispondere alle emergenze con serietà e competenza. «Non si può continuare a trattare le aggressioni come incidenti inevitabili», rilevano ancora dall’OSAPP, «soprattutto quando i protocolli vengono ignorati e la sicurezza del personale viene lasciata al caso».

Questa volta si è rimediato con una corsa improvvisata verso il Pronto Soccorso. Ma a forza di fare affidamento sulla buona volontà dei singoli, prima o poi il sistema presenterà un conto molto più pesante. E quando accadrà, non basteranno i comunicati. Servirà assumersi responsabilità vere, quelle che oggi l’amministrazione sembra continuare a evitare.

je.fe.

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