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CRONACA | 26 novembre 2025, 09:30

La differenziata in Valle d’Aosta tra costi che scendono e sfide che restano

Tariffe in calo, differenziata in crescita e una richiesta che non cambia: più trasparenza e tariffazione puntuale per dare ai cittadini ciò che meritano

La differenziata in Valle d’Aosta tra costi che scendono e sfide che restano

La fotografia scattata dal Rapporto 2025 di Cittadinanzattiva sui rifiuti è un pugno nello stomaco: costi in aumento quasi ovunque, famiglie spremute come limoni e differenziata che migliora sì… ma non abbastanza da giustificare le bollette. Eppure, in questo mare mosso, la Valle d'Aosta spicca come una piccola eccezione alpina: tariffe in calo dell’8,4%. Un segnale raro nel panorama nazionale.

Eppure non basta — e lo dice chi in Valle d’Aosta sta davvero cercando di difendere i cittadini sul campo. Maria Grazia Vacchina, presidente di Cittadinanzattiva VdA, lo ha ribadito senza fronzoli: «Serve più trasparenza dei costi e bisogna puntare sulla tariffazione puntuale per migliorare davvero i risultati, anche sulla differenziata.» Sono parole che si fanno spazio in un contesto in cui, a livello nazionale, i numeri parlano chiaro e parlano duro.

La media nazionale della spesa rifiuti tocca i 340 euro a famiglia, +3,3% rispetto all’anno precedente. Crescono tutte le regioni tranne tre: Molise, Valle d’Aosta e Sardegna. E crescere non è un problema quando cresce anche il servizio… ma non è esattamente questo il caso.

La differenziata migliora, arrivando al 66,6% su base nazionale, ma le disuguaglianze territoriali restano una vergogna tutta italiana: Nord: 290 € l’anno, 73% di differenziata; Centro: 364 €, 62%; Sud: 385 €, 59%

E già qui si capisce che i cittadini non stanno percependo un ritorno proporzionato alla spesa. Lo conferma lo stesso rapporto, con un’altra stoccata: secondo ARERA, solo il 57% degli italiani ritiene adeguato il servizio rispetto a quanto paga. Una maggioranza? No. Una debacle.

Non a caso Tiziana Toto, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva, lancia un messaggio quasi da stato d'allerta:
«Per aumentare la fiducia dei cittadini, occorre migliorare in trasparenza e in una comunicazione chiara e accessibile: i cittadini informati tendono a partecipare di più e a differenziare meglio.» E poi mette i paletti che contano: ridurre le disuguaglianze, promuovere la partecipazione civica, rendere strutturale la tariffazione puntuale, consolidare la trasparenza con strumenti come il Portale TARI.

In Valle le famiglie pagano mediamente 334 euro l’anno, contro i 365 dell’anno precedente. La differenziata sale al 69,4%, altro dato positivo. Bene? Sì. Ma “bene” non basta più. Lo dice ancora Vacchina, con una lucidità che non lascia scampo: «La tariffazione puntuale va resa strutturale: premia i cittadini virtuosi, responsabilizza chi il servizio lo gestisce e porta a risultati migliori.»

E qui c’è il punto: la Valle d’Aosta può anche essere virtuosa nei numeri, ma senza un cambio di metodo, senza quella benedetta trasparenza sui costi e senza un dialogo vero con i cittadini, resta tutto un esercizio accademico.

Perché se Cittadinanzattiva insiste su un aspetto — e lo fa da anni — è proprio questo: il diritto dei cittadini a sapere dove finiscono i loro soldi. Quando la trasparenza manca, non è mai un caso.

Scorrendo la classifica dei costi, sembra di leggere due Paesi diversi.
Da una parte il Nord virtuoso: Trentino (224 €), Lombardia (262 €) e Veneto (290 €).
Dall’altra un Sud che continua a pagare caro servizi spesso insufficienti: Puglia (445 €), Campania (418 €), Sicilia (402 €).

E poi ci sono i capoluoghi-limite, quelli che gridano vendetta: Catania: 602 euro, Pisa: 557, Genova: 509, Napoli: 496. Costi fuori scala, lontani anni luce dalla giustizia tariffaria invocata da Cittadinanzattiva.

Il Rapporto 2025 non è solo un elenco di numeri: è un avviso ai naviganti.
Le regioni che investono nei servizi, nella partecipazione dei cittadini, nella tariffazione puntuale e nella trasparenza ottengono risultati migliori e fanno pagare meno le famiglie. 

Gli altri? Continuano a dire che “mancano le risorse”, ma quasi sempre manca altro: visione, coraggio, e la capacità di fare ciò che Cittadinanzattiva chiede da anni con una coerenza ammirevole.

La Petite Patrie ha un vantaggio competitivo: piccola, gestibile, con comunità coese e un livello di differenziata già alto. Ma ha anche un dovere: dimostrare che si può fare di più, fare meglio e farlo con la gente, non sopra la gente. Per questo le parole di Vacchina diventano quasi una roadmap: «Trasparenza, tariffazione puntuale, partecipazione civica e rendicontazione pubblica dei costi.»

Non è utopia. È amministrazione moderna. È rispetto per chi paga. E soprattutto è il modo più semplice — e più onesto — per dimostrare che l’autonomia, quando funziona, si vede anche nei dettagli: perfino nei sacchi dell’immondizia.

je.fe.

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