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CULTURA | 25 novembre 2025, 19:54

Ricordando Pauline Bert, valdostana. Una serata tra memoria, poesia e resistenza

Al Salone Polivalente di Inverso Pinasca un omaggio intenso e partecipato a Pauline Bert, insegnante, musicista e poetessa valdese nata a La Salle. Una vita cosmopolita, antifascista, sorvegliata e arrestata dal regime, che lasciò opere dedicate alla sua amata Valle d’Aosta

Ricordando Pauline Bert, valdostana. Una serata tra memoria, poesia e resistenza

Il 27 novembre alle 20.30, il Salone Polivalente di Inverso Pinasca ospita una serata speciale dedicata a una figura luminosa e sorprendente: Pauline Bert, valdostana nata a La Salle il 16 ottobre 1895, insegnante, musicista, poetessa, donna libera e profondamente antifascista. L’iniziativa, promossa dall’ANPI di Pinasca e Inverso Pinasca insieme ai Comuni di Pinasca, Inverso Pinasca e Pramollo, rende omaggio a una protagonista dimenticata ma essenziale del Novecento valdese e valdostano.

La serata prevede la proiezione del documentario di Patrizio Vichi dedicato alla sua vita, seguita dall’intervento della Pastora di Aosta Milena Martinat, che dialogherà con il pubblico per approfondire la figura di una donna che seppe intrecciare cultura, spiritualità, viaggi e impegno civile.

La sua storia inizia in Valle d’Aosta: figlia di Caterina Perrou e del maestro evangelista Gustavo Bert, Pauline cresce in un ambiente libero e colto. La morte precoce della madre nel 1901 e il successivo nuovo matrimonio del padre la inseriscono in una famiglia numerosa e vivace. Ma è a diciannove anni che la sua vita prende una direzione inattesa: parte per New York, dove entra nella comunità valdese e insegna italiano, francese, inglese e dizione lirica. È già poliglotta, iscritta alla Società Pacifista, animata da una curiosità che la porta in Danimarca, in Inghilterra e in Francia.

Dal 1927 al 1933 vive ad Amburgo, da cui verrà espulsa con l’avvento di Hitler al potere. È in questi anni che Pauline viene attenzionata dalle spie fasciste: le lettere ritrovate testimoniano contatti con figure della Resistenza italiana, fino all’arresto a Bardonecchia nel 1940. Una donna sorvegliata perché indipendente, colta, libera.

A lei restano dedicate pagine letterarie e poetiche ancora cariche di emozione. Molti suoi testi celebrano la Valle d’Aosta, il “charmant pays de ma naissance”, dove tornò spesso dopo la guerra, custode di una memoria mai recisa. Morì nel 1978 e riposa a San Germano Chisone. Sulla sua tomba una frase che racconta tutta la sua fede e la sua quiete interiore: “Io mi acquieto in Dio solo.”

La serata di Inverso Pinasca non è solo un ricordo: è un invito a riscoprire una donna che ha attraversato il secolo con coraggio, cultura e un senso profondo di libertà. Una valdostana che il tempo non deve dimenticare.

Edi Morini - je.fe.

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