Domenica mattina, nella chiesa di Saint-Martin-de-Corléans, l’aria profumava di cera accesa e di nevicate imminenti. Una di quelle mattine d’inverno in cui Aosta sembra muoversi più lentamente, quasi rispettosa della quiete che avvolge il rione. Alle 9.30, durante la consueta messa in francese celebrata da don Ferdinand, il tempo si è fermato per un istante: al centro dell’attenzione non c’erano solo i canti e le parole del Vangelo, ma cinque storie d’amore che da decenni camminano accanto, una accanto all’altra, con la stessa tenacia con cui si affrontano le stagioni della vita.
Le coppie chiamate a festeggiare i loro anniversari — 40, 50, 55 e 60 anni — si sono alzate lentamente dalle panche, accolte da uno spontaneo mormorio di affetto dell’intera assemblea. Volti emozionati, mani intrecciate, sguardi complici di chi ne ha viste tante, ma sa ancora sorridere come il primo giorno.
I 40 anni di matrimonio di Domenico Proment e Agnese Bethaz sono stati il primo brindisi ideale della cerimonia: una vita costruita con pazienza e fiducia, di quelle che crescono come un albero ben radicato.
Poi è toccato a Alberto Bisazza e Elisa Roppoccido, seguiti da Alberto Follien e Ivana Vevey, che festeggiavano ben 50 anni insieme. Mezzo secolo: una cifra che da sola racconta traslochi, figli, momenti difficili, vacanze improvvisate e quella quotidianità che, alla lunga, diventa il linguaggio più vero dell’amore.
I 55 anni di Riccardo Diemoz e Renata Robetto hanno portato in chiesa un’ulteriore storia di vita condivisa: la loro presenza, discreta e sorridente, ha ricordato a tutti il valore della costanza e della cura reciproca.
E infine, come un capitolo prezioso conservato nell’ultima pagina di un libro, i 60 anni di matrimonio di Oreste Berriat e Elsa Pavolini hanno illuminato la celebrazione. Sessant’anni: la misura di un amore che ha attraversato generazioni, cambiamenti, gioie e imprevisti. Quando don Ferdinand li ha citati, la comunità si è lasciata andare a un lungo applauso, quasi un abbraccio collettivo.
La chiesa era piena, e non solo per la messa domenicale. C’erano figli, nipoti, amici, vicini di casa: tutti venuti a portare un augurio, un sorriso, una parola gentile. «Bon proseguiment», sussurrava qualcuno con affetto, mentre un raggio di sole entrava dalla vetrata a colorare. Domenica mattina, nella chiesa di Saint-Martin-de-Corléans, l’aria profumava di cera accesa e di nevicate imminenti. Una di quelle mattine d’inverno in cui Aosta sembra muoversi più lentamente, quasi rispettosa della quiete che avvolge il rione. Alle 9.30, durante la consueta messa in francese celebrata da don Ferdinand, il tempo si è fermato per un istante: al centro dell’attenzione non c’erano solo i canti e le parole del Vangelo, ma cinque storie d’amore che da decenni camminano accanto, una accanto all’altra, con la stessa tenacia con cui si affrontano le stagioni della vita.
Le coppie chiamate a festeggiare i loro anniversari — 40, 50, 55 e 60 anni — si sono alzate lentamente dalle panche, accolte da uno spontaneo mormorio di affetto dell’intera assemblea. Volti emozionati, mani intrecciate, sguardi complici di chi ne ha viste tante, ma sa ancora sorridere come il primo giorno.
I 40 anni di matrimonio di Domenico Proment e Agnese Bethaz sono stati il primo brindisi ideale della cerimonia: una vita costruita con pazienza e fiducia, di quelle che crescono come un albero ben radicato.
Poi è toccato a Alberto Bisazza e Elisa Roppoccido, seguiti da Alberto Follien e Ivana Vevey, che festeggiavano ben 50 anni insieme. Mezzo secolo: una cifra che da sola racconta traslochi, figli, momenti difficili, vacanze improvvisate e quella quotidianità che, alla lunga, diventa il linguaggio più vero dell’amore.
I 55 anni di Riccardo Diemoz e Renata Robetto hanno portato in chiesa un’ulteriore storia di vita condivisa: la loro presenza, discreta e sorridente, ha ricordato a tutti il valore della costanza e della cura reciproca.
E infine, come un capitolo prezioso conservato nell’ultima pagina di un libro, i 60 anni di matrimonio di Oreste Berriat e Elsa Pavolini hanno illuminato la celebrazione. Sessant’anni: la misura di un amore che ha attraversato generazioni, cambiamenti, gioie e imprevisti. Quando don Ferdinand li ha citati, la comunità si è lasciata andare a un lungo applauso, quasi un abbraccio collettivo.
La chiesa era affollata, e non solo per la messa domenicale. C’erano figli, nipoti, amici, vicini di casa: tutti venuti a portare un augurio, un sorriso, una parola gentile. «Bon proseguiment», sussurrava qualcuno con affetto, mentre un raggio di sole entrava dalla vetrata a colorare i volti.
In un tempo in cui tutto corre, questa celebrazione ha ricordato a tutti che l’amore, quello vero, va alla sua andatura: lenta quando serve, forte quando occorre, fedele anche quando la strada diventa ripida. E domenica, nella chiesa di Saint-Martin-de-Corléans, è sembrato davvero di vederlo camminare, mano nella mano, in cinque forme diverse ma ugualmente luminose.













