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Aosta Capitale | 14 ottobre 2025, 12:57

Aosta: Ora lavorare per ricostruire fiducia, dialogo e partecipazione

Rocco e Fadda celebrano la vittoria ma ammettono la crisi di fiducia dei cittadini: parole che suonano come un’autosfiducia verso quella stessa politica che li ha candidati. Ad Aosta si apre una nuova stagione, fragile ma carica di attese

Aosta: Ora lavorare per ricostruire fiducia, dialogo e partecipazione

“Ora lavorare per ricostruire fiducia, dialogo e partecipazione”. È questa la frase chiave – quasi un programma di governo in una riga – con cui il neo sindaco Raffaele Rocco e la sua vice Valeria Fadda hanno commentato l’esito delle elezioni comunali di Aosta. Un messaggio istituzionale, certo, ma anche una presa d’atto dal sapore amaro: perché la fiducia, oggi, non c’è. E la partecipazione è rimasta, numeri alla mano, schiacciata dal muro dell’astensione.

Il dato è di quelli che non si possono archiviare con una pacca sulle spalle o un brindisi di rito. L’affluenza al ballottaggio è crollata, segno evidente che una parte importante della città non si riconosce più nei simboli, nei volti e nei linguaggi della politica tradizionale. Rocco e Fadda, in fondo, lo dicono chiaramente: “una città oggi divisa e in parte disillusa”. Ma il punto è un altro, e merita di essere sottolineato: il sindaco e la vicesindaca hanno di fatto sfiduciato la politica che li ha candidati, ammettendo che qualcosa, nel rapporto con i cittadini, si è spezzato.

È una confessione rara, e quasi rivoluzionaria in tempi di slogan e autocelebrazione. Ma apre anche un interrogativo scomodo: se la politica non è più credibile, chi può ricostruirla? E come, se non partendo proprio da quella dimensione di prossimità che in questi anni è mancata?

Il progetto di Rocco e Fadda – che nel loro comunicato parlano di “un segnale importante di rinnovamento e attenzione al bene comune” – parte da qui: dall’idea di una città che torni ad ascoltarsi. Ma perché il messaggio non resti un semplice esercizio di buone intenzioni, serviranno gesti concreti. Non bastano le parole, servono spazi di confronto veri, partecipazione non solo evocata ma praticata, un dialogo che coinvolga anche chi non ha votato.

Aosta, oggi, è una città che cerca un equilibrio tra stanchezza e speranza. Ha voltato pagina, ma la pagina è bianca. Toccherà al nuovo sindaco e alla sua squadra riempirla, sapendo che il consenso ricevuto è insieme una responsabilità e un credito fragile. Perché la fiducia, come la democrazia, non si eredita: si ricostruisce giorno per giorno, con coerenza e coraggio.

pi.mi.

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