Si è accesa ieri in tribunale la causa che vede contrapposta la dirigente Jeannette Pia Grosjacques, 58 anni, all’Agenzia dei Segretari della Valle d’Aosta. Una vertenza che dura ormai da mesi e che ieri, davanti al giudice del lavoro Luca Fadda, è entrata nella sua fase finale.
La dirigente contesta all’Agenzia il diniego del nulla osta necessario per candidarsi alla carica di segretario generale della Chambre Valdôtaine, ruolo che aveva già ricoperto per oltre dieci anni. Secondo la sua ricostruzione, quel rifiuto le avrebbe impedito di partecipare alla selezione, causandole una perdita economica stimata in oltre 154 mila euro, ma soprattutto una discriminazione rispetto ad altri colleghi.
A rappresentarla in giudizio è l’avvocata Simonetta Biondo, che nel ricorso denuncia un comportamento “arbitrario e contraddittorio” da parte dell’Agenzia. In passato – sostiene la difesa – ad altri due segretari comunali sarebbe stato concesso di mantenere incarichi regionali, mentre alla Grosjacques il nulla osta è stato negato con la motivazione della “carenza di segretari sul territorio”. Una giustificazione che, secondo la ricorrente, non corrisponderebbe alla realtà dei fatti.
Durante l’udienza di ieri, tra i testimoni della difesa è comparso anche Renzo Testolin, presidente della Giunta regionale. Sotto giuramento, Testolin ha dichiarato che una delle funzionarie regionali – una dei segretari comunali “distaccati” – si sarebbe occupata “esclusivamente di enti locali”. Una frase che ha scatenato la reazione dell’avvocata Biondo, intervenuta con decisione per contestare la versione dei fatti e chiedere al testimone di “attenersi alla verità”.
Come ha reso noto Laprima.it, il clima in aula si è fatto subito teso. Il giudice Fadda è intervenuto per riportare la calma, rivolgendosi con tono ironico alla legale: «Cosa vuole fare, denunciare il presidente della Giunta per falsa testimonianza?»
Un commento che ha strappato un sorriso, ma non ha stemperato del tutto la tensione.
Il giudice aveva già tentato, nelle precedenti udienze, di trovare una via conciliativa tra le parti, ma l’Agenzia dei Segretari ha respinto ogni proposta, decisa a difendere la legittimità delle proprie decisioni fino in fondo.
La causa si avvia ora verso la conclusione: la sentenza è attesa il 23 ottobre. Un verdetto che potrebbe pesare non solo sulla carriera della dottoressa Grosjacques, ma anche sul modo in cui vengono gestiti trasparenza e imparzialità all’interno dell’Agenzia dei Segretari e nei rapporti con la Regione.













