Dopo un periodo di letargo in cui le nostre antenne sembravano puntare solo sui tombini asciutti, finalmente siamo di nuovo attive, pronte a fiutare il profumo delle poltrone e a denunciare, con ironia spietata, ogni smossa sospetta tra corridoi e scalinate del potere regionale.
Dietro i sorrisi ufficiali e i comunicati “tutti uniti”, c’è un piccolo dettaglio che nessuno osa commentare troppo a voce alta: il vecchio volpone Zucchi è stato superato dal nuovo arrivato Lattanzi, fresco di cambio casacca da Forza Italia. Boom! Non è solo un sorpasso elettorale, è un messaggio cifrato di equilibrio interno che promette fuoco e fiamme nei prossimi mesi.
Fratelli d’Italia può esultare: da zero consiglieri a quattro, primo partito della coalizione di centrodestra e nazionale più votato in Valle d’Aosta. Ma mentre il commissario Amich parla di squadra compatta e senza “trombati”, nelle retrovie i militanti si mordono le unghie: qualcuno storce il naso davanti a una leadership sempre più “nazionalizzata” e meno radicata.
Il verdetto delle urne è chiaro: numeri in crescita, ma gerarchie interne in movimento. Il banco di prova? Il ballottaggio ad Aosta e il futuro della leadership regionale. Per ora, tra un applauso e un sorriso di circostanza, i tombini segnano già il ritmo: il vento cambia, e chi non si muove resterà a guardare.In Sala Giunta, nelle sedi dei partiti, nei barv si sono visti sfilare volti sorridenti e agende piene di asterischi. Tra chi promette assessorati, chi pretende comitati di vigilanza e chi, tra un caffè e l’altro, sussurra: “Non vi preoccupate, tanto ci mettiamo d’accordo in cinque minuti”… la nostra palla di vetro segnala ancora un’incertezza degna di un thriller di serie B.
Si vocifera che le trattative stiano avanzando secondo uno schema complicato quanto un cubo di Rubik fatto da gnomi alcolizzati: tutti vogliono un pezzo della torta, nessuno vuole mettere le mani nella marmellata. E così, tra un “ti do il bilancio” e un “ma io volevo l’urbanistica”, la nuova giunta regionale rischia di nascere con un ritardo tale che le elezioni del 2025 sembreranno un déjà vu.
Intanto, in città, Raffaelle Rocco e Giovanni Girardini si preparano al duello finale del 12 ottobre. Le nostre antenne registrano tensione, colpi di scena all’ultimo minuto e, tra una passeggiata e l’altra, un paio di sorrisi enigmatici da chi spera di raccogliere voti anche dai tifosi del caffè di piazza Chanoux. Betoneghe incluse.
Cari cittadini, non fatevi ingannare: non siamo sparite! Le Betoneghe tornano più agguerrite di prima. Armate di sarcasmo, osservano, annotano e, soprattutto, ricordano a tutti che ogni promessa elettorale va presa con un pizzico di sale… e una spruzzata di cemento. Perché da queste parti, tra una votazione e un’altra, c’è sempre qualche tombino pronto a inghiottire gli entusiasmi e a restituire solo risate amare.
Firmato: Le Sentinelle del Tombino – alias Le Betoneghe













