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CRONACA | 27 settembre 2025, 17:40

Addio a Mario Trèves, uomo di cultura e di sport, poeta dello tsan

Oggi a Emarèse l’ultimo saluto a Mario Trèves, 79 anni, ex professore, amministratore comunale e figura luminosa del mondo dello tsan valdostano. Una vita dedicata al sociale, ai giochi tradizionali e alla comunità, ricordata con commozione ma anche con amarezza per un’assenza simbolica

Addio a Mario Trèves, uomo di cultura e di sport, poeta dello tsan

La chiesa parrocchiale di Emarèse oggi ha accolto l’ultimo saluto a Mario Trèves, spentosi all’età di 79 anni. Attorno al feretro, il dolore composto delle sorelle Rosa, Caterina, Teresina, Lucia e Piera, dei fratelli Giovanni Paolo e Marco con le rispettive famiglie, dei nipoti, pronipoti, cugini e di una comunità intera che ne piange la scomparsa.

Ex professore di italiano e religione, uomo solare e impegnato da sempre nel sociale e verso i più bisognosi, Trèves ha lasciato un segno indelebile nella sua comunità. Amava la cultura, i giochi tradizionali e il legame con la sua terra. Non a caso era stato giocatore di tsan con la squadra di Emarèse e, a fine anni Ottanta, presidente dell’Associazione Valdostana Tsan, contribuendo in modo decisivo alla crescita del movimento.

Il maestro e direttore d’orchestra Lino Blanchod, legato a lui da una profonda amicizia, lo ha ricordato con parole toccanti: “Era un uomo di cultura, appassionato di tradizioni e di sport. Da amministratore comunale ha sempre saputo guardare oltre, con visione e sensibilità. Nel mondo dello tsan lo chiamavamo il poeta, perché per lui questo gioco era poesia, amicizia, felicità dello stare insieme.” Blanchod ha ricordato anche gli anni condivisi nella musica, dove la passione di Trèves per il canto e le tradizioni popolari si univa al suo impegno comunitario.

Un commiato, però, segnato anche da un’assenza dolorosa. Al funerale, infatti, non era presente il gonfalone dello tsan Valle d’Aosta, voluto proprio da Trèves con convinzione e determinazione, per unire idealmente tutte le sezioni sotto un unico simbolo. Solo i gagliardetti di Emarèse, Montjovet, Saint-Vincent, Challand-Saint-Anselme e dell’associazione arbitri hanno trovato posto in chiesa.

“Questo mi ha fatto molto male, e credo anche a tutto il mondo dello tsan che lo conosceva – ha denunciato Blanchod –. Il direttivo, a partire dal presidente e dai rappresentanti delle sezioni, ha perso una grande occasione di rispetto e riconoscenza. Una mancanza imperdonabile.”

Trèves, conoscendolo, avrebbe probabilmente sorriso e minimizzato: “Pazienza, cose che capitano”, avrebbe detto. Ma resta il vuoto lasciato da chi, come lui, aveva creduto nello spirito di unione del nostro sport popolare, un patrimonio che oggi appare sempre più fragile.

“Chiedo al direttivo dello tsan di avere più attenzione e sensibilità – ha aggiunto Blanchod –. Non bisogna ridursi solo al gioco in sé, ma ritrovare quella forza e quello spirito comunitario che Mario ha sempre incarnato e difeso.”

L’assenza del gonfalone non cancella, però, la memoria di una vita intensa e luminosa. Mario Trèves lascia il ricordo di un uomo che ha saputo unire cultura, sport e solidarietà, rendendo migliore la sua comunità.

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