La Valle d’Aosta si conferma un’isola felice quando si parla di sicurezza scolastica. Qui, nella petite Patrie, su 139 edifici ben 122 possiedono il certificato di agibilità, pari all’87,8% del totale. Un primato che non ha eguali nel resto del Paese e che dimostra come, anche nelle piccole regioni, la cura delle strutture possa tradursi in un concreto investimento sulla sicurezza dei bambini, degli insegnanti e di tutto il personale.
Il dossier diffuso da Tuttoscuola, basato sui dati dell’Anagrafe Nazionale dell’Edilizia Scolastica, racconta però un’Italia profondamente divisa. Se la Valle d’Aosta guida la classifica, a seguire si collocano Piemonte (53,4%), Veneto (52,7%) e Friuli Venezia Giulia (52%), con un Nord che oscilla attorno alla metà delle scuole in regola. Al centro e al Sud lo scenario cambia drasticamente: nel Lazio, fanalino di coda, su 3.203 edifici solo 407 dispongono del certificato, appena il 12,7%.
Ancora peggio le isole, ferme al 18,9%: la Sardegna si distingue in negativo con un misero 14,2% di scuole agibili. La Campania e l’Abruzzo non superano il 30%, mentre il Molise si ferma al 47,8%, appena sotto Lombardia e Marche che restano intorno al 50%. La Liguria, con il 31,1%, non brilla certo tra le regioni settentrionali.
Numeri che raccontano una realtà inquietante: nove scuole su dieci non hanno una o più certificazioni obbligatorie in materia di sicurezza. Si tratta di 3.588 edifici, pari al 9% del totale, in cui quotidianamente studiano e lavorano circa 700 mila persone, tra studenti e personale scolastico.
Il dossier mette in luce un altro dato allarmante: nelle aree a rischio sismico meno della metà degli edifici possiede il certificato di collaudo statico. Una fragilità che pesa come una spada di Damocle soprattutto nelle regioni meridionali e nelle zone appenniniche, dove i terremoti sono eventi tutt’altro che rari.
Secondo i dati raccolti, dei circa 40 mila edifici scolastici statali in Italia, 36 mila non possono essere considerati pienamente a norma. Una cifra che evidenzia una questione nazionale irrisolta, fatta di ritardi, risorse insufficienti e burocrazia lenta.
La contrapposizione tra la Valle d’Aosta e il resto d’Italia appare dunque netta. Da una parte un sistema scolastico che, pur tra mille difficoltà logistiche, ha saputo raggiungere un livello di sicurezza quasi totale. Dall’altra, una penisola in cui milioni di studenti vivono e imparano in strutture non adeguatamente certificate. Un divario che rischia di trasformarsi in un nuovo, silenzioso elemento di disuguaglianza.












