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AMBIENTE | 21 agosto 2025, 12:49

Arpa Vda: “Il Rutor ha già perso 4 metri, allarme per la sopravvivenza dei ghiacciai”

Allarme senza precedenti: il Rutor ha già perso in poche settimane quanto in un’intera estate. La sopravvivenza dei ghiacciai valdostani è in bilico. Il 6 di agosto sono stati fatti i rilievi, anche tramite drone, sul Ghiacciaio del Rutor, uno dei due apparati glaciali monitorati dalla nostra Agenzia, per tenere sotto controllo il periodo di fusione del manto nevoso

Arpa Vda: “Il Rutor ha già perso 4 metri, allarme per la sopravvivenza dei ghiacciai”

I dati arrivati da La Thuile sono drammatici e fotografano una realtà che ormai non può più essere ignorata. A metà stagione estiva, il ghiacciaio del Rutor ha già perso la stessa quantità di massa glaciale che era scomparsa in tutta l’estate del 2024. Una fusione accelerata, devastante, che non solo preoccupa gli esperti ma lancia un segnale inequivocabile sul futuro dei ghiacciai valdostani e, con essi, degli equilibri idrici e ambientali della regione.

Lo conferma l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa Vda), che attraverso rilievi diretti e con l’ausilio di droni ha documentato un arretramento che non lascia spazio a dubbi: alla fronte del ghiacciaio lo spessore si è già ridotto di quattro metri. Un collasso in piena regola, iniziato a inizio estate con ondate di calore anomale, parzialmente attenuate da fasi più fresche ma ancora capaci di infliggere danni profondi.

Il tecnico Umberto Morra di Cella lo spiega con crudezza: “Il ghiacciaio ha subito in poche settimane un abbassamento della superficie che equivale alla perdita registrata nell’intera stagione di ablazione precedente. La fusione è intensa, arriva fino a 2.900 metri, con il manto nevoso ormai a chiazze anche nelle quote inferiori”.

La prospettiva è cupa. Il bilancio definitivo si conoscerà soltanto a metà settembre, ma il fatto che già ad agosto si registri un simile livello di arretramento è, come sottolinea Arpa, un segnale grave per la sopravvivenza degli apparati glaciali alpini. Tutto dipenderà dall’andamento delle prossime settimane: ulteriori periodi caldi e siccitosi potrebbero accelerare ancora di più un processo che rischia di diventare irreversibile.

Ogni metro perso non è solo un dato tecnico: significa meno riserva d’acqua, più instabilità idrogeologica, un paesaggio che si trasforma davanti ai nostri occhi e un futuro che si restringe. Il ghiacciaio del Rutor, come gli altri giganti di ghiaccio della Valle d’Aosta, non è soltanto un monumento naturale: è un termometro della crisi climatica. E oggi segna febbre altissima. (fonte Arpa VdA)

j-p. sa.

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