Eppure, accanto al fragore delle fiamme, ha preso forma un altro spettacolo: quello del coraggio e della disciplina. Tre elicotteri hanno solcato il cielo per tutta la giornata, fendendo il fumo con l’acqua sospesa nei “bambi bucket”. A terra, circa 75 donne e uomini del Corpo valdostano dei Vigili del Fuoco, affiancati dai volontari e dal Corpo forestale regionale, hanno lavorato senza tregua. Distaccamenti di paesi vicini — Arnad, Charvensod, Gressan, Jovençan, Oyace, Saint Marcel e Valpelline — sono accorsi a dare il cambio ai colleghi, in una staffetta silenziosa e solidale che racconta, più di ogni comunicato, il volto concreto della Valle.
Le riprese di fiamma non sono mancate: lingue di fuoco hanno tentato di riaccendersi su aree già percorse, e nuove minacce si sono concentrate nella forra del torrente Chambave. Ma lì, dove la natura si fa più impervia, gli operatori hanno saputo contenere l’avanzata, guadagnando tempo e terreno prezioso. “Il vento ha ripreso a soffiare, la situazione sembra sotto controllo, ma l’attenzione è molto alta”, ha dichiarato la sindaca di Verrayes, Wanda Chapellu, a conferma di un equilibrio fragile ma non compromesso.
Con il calare della notte, gli elicotteri hanno dovuto sospendere i lanci. Ma non si sono spente le braccia e la volontà di chi presidia i margini del fuoco: i volontari, i professionisti del soccorso, il personale del Corpo forestale, i carabinieri a presidiare le strade, la DEVAL a garantire in sicurezza l’interruzione dell’energia elettrica. La Strada regionale 11 è tornata percorribile, mentre resta chiusa la 12 di Saint-Denis, presidio indispensabile per lasciare che il lavoro possa proseguire.
C’è dramma, sì, ma non c’è smarrimento. C’è paura, ma c’è soprattutto professionalità. L’incendio resta vasto, oltre 40 ettari, ma appare ora in progressivo miglioramento. E se stanotte sarà lunga, domani potrà portare nuove forze e — forse — un alleato inatteso: il maltempo. Dopo i giorni di caldo rovente che hanno toccato i 38 gradi, la Valle è ora in allerta gialla per temporali. Rovesci, colate detritiche e rischi idrogeologici non sono parole rassicuranti, ma nel cuore di chi veglia sul bosco in fiamme si fa strada un pensiero: che il cielo possa diventare complice di questa battaglia, e che la pioggia spenga ciò che l’uomo, con coraggio e dedizione, ha già saputo contenere.
Nella notte delle fiamme, resta una certezza: la Valle d’Aosta non arretra, perché nelle sue comunità il fuoco incontra sempre uomini e donne che non conoscono resa.













