Quando le ombre della sera cominceranno ad allungarsi sulla Val d’Ayas, nella sala dei Vigili del Fuoco di Champoluc si accenderà una luce diversa. Non quella delle sirene, ma quella delle idee, dei progetti, della volontà di trasformare un territorio in bene comune. È qui, alle ore 21.00, che verrà ufficialmente lanciata la campagna pubblica di sostegno all’auspicio per la nascita del Parco naturale del Monte Rosa. Un'iniziativa che punta in alto: diecimila firme, diecimila euro. Un simbolico "diecimila per diecimila" per dire che è arrivato il tempo di una tutela concreta, partecipata e lungimirante.
Il progetto ha già un cuore che batte online, sulla piattaforma di crowdfunding indicata sul sito lovecimebianche.it. Ma è proprio da Champoluc, ai piedi del ghiacciaio e ai margini delle sfide ambientali che interrogano il presente, che si vuole far partire un movimento dal basso, capace di coinvolgere residenti, villeggianti, escursionisti, sognatori e realisti.
L’appello – già disponibile in rete – è un invito chiaro: riconoscere il valore naturalistico, paesaggistico e culturale dell’area del Monte Rosa, e proteggerlo attraverso lo strumento del parco naturale. Non come vincolo, ma come opportunità: per la biodiversità, per un’economia più sostenibile, per una convivenza finalmente equilibrata tra uomo e montagna.
I promotori non si limitano a rivendicare un diritto, ma propongono una visione. Una Valle d’Aosta che non si consumi nella logica dello sfruttamento senza limiti, ma che scelga, proprio partendo dai suoi luoghi più fragili e magnifici, una via di responsabilità collettiva. La raccolta fondi servirà a finanziare le attività di promozione, sensibilizzazione e documentazione. Le firme, invece, serviranno a dire che non si è soli, che c’è una comunità che crede ancora nella forza gentile della natura.
La serata del 5 agosto sarà solo il primo passo di un percorso che si annuncia lungo e non privo di ostacoli. Ma ogni cammino inizia con una scelta. E quella di martedì, a Champoluc, sarà la scelta di chi non vuole più restare in silenzio davanti all’erosione – non solo dei ghiacci, ma delle possibilità.
Perché il Monte Rosa è più di una vetta: è una promessa. Ora sta a noi mantenerla.












