/ CRONACA

CRONACA | 23 giugno 2025, 09:00

La Chiesa valdostana riorganizza i ranghi: nomine congiunte per Cattedrale e Sant’Orso

La Curia nomina sette sacerdoti comuni ai due Capitoli: accoglienza in Sant’Orso il 29 giugno e in Cattedrale il 6 luglio 2025

Uno degli ultimi incontri del Vescovo di Aosta, mons. Franco Lovignana, ha avuto con Papa Francesco

Uno degli ultimi incontri del Vescovo di Aosta, mons. Franco Lovignana, ha avuto con Papa Francesco

È una di quelle notizie che passano spesso sotto traccia, relegate tra i comunicati di Curia o nelle pagine ecclesiastiche di qualche bollettino. E invece riguarda due dei luoghi simbolo della città di Aosta, e sette volti noti nel mondo pastorale valdostano.

Dal 29 giugno per Sant’Orso e dal 6 luglio per la Cattedrale, entrano ufficialmente in carica i nuovi Canonici: sette sacerdoti che, per volere del Vescovo, siederanno in contemporanea nei Capitoli delle due storiche chiese cittadine. Una novità che, pur rispettando le distinzioni giuridiche tra i due Capitoli, rompe con una tradizione consolidata. E rilancia, forse con un pizzico di coraggio, l’idea di una Chiesa più snella, più coesa, e soprattutto più visibile.

Dietro questa decisione non c’è solo la volontà di “ottimizzare” le forze – i preti, anche in Valle d’Aosta, non sono infiniti – ma una visione. Il Vescovo ha voluto rafforzare il legame tra due Capitoli che, seppur distinti, condividono molto: storia, radicamento cittadino, tradizione. In tempi di Unità pastorali e di comunità sempre più larghe e complesse, anche i Capitoli, dice la nota della Curia, devono imparare a camminare insieme.

Non si tratta solo di liturgia, ma di identità. Di continuità con un passato che non si vuole mummificare, ma che può ancora parlare, se lo si sa raccontare. E qui entrano in gioco i Canonici.

Non tutti sanno che i Canonici sono sacerdoti scelti per far parte di un collegio, un gruppo stabile che affianca il Vescovo nella cura delle celebrazioni più solenni e nella preghiera ufficiale della Chiesa. Non hanno incarichi amministrativi, né ruoli politici: sono piuttosto custodi del ritmo sacro, delle forme, della bellezza della liturgia.

Nel Medioevo avevano un grande potere. Oggi, molto meno. Ma non per questo sono figure decorative. In una società che ha fretta e che dimentica in fretta, la loro presenza serve anche a ricordare: chi siamo, da dove veniamo, e – per chi ci crede – dove vogliamo andare.

I nomi scelti per questo doppio Capitolo non sono nuovi nella diocesi. Anzi, si tratta di sacerdoti già attivi, molti con ruoli parrocchiali o formativi. Il can. Fabio Brédy sarà Prevosto della Cattedrale, mentre il can. Aldo Armellin guiderà Sant’Orso come Priore. Tra gli altri: Albino Linty-Blanchet (Arcidiacono), Renato Roux, Paolo Papone, Giuliano Albertinelli e Marcello Lanzini.

Due le celebrazioni previste per il Rito di accoglienza: domenica 29 giugno, ore 18.30 a Sant’Orso, e domenica 6 luglio, ore 18.00 in Cattedrale. Liturgie solenni, certo, ma anche occasioni per la comunità di incontrare questi nuovi “canonici in doppia veste” e – magari – scoprire che dietro le vesti liturgiche ci sono persone vive, concrete, e pronte a rimettersi in gioco.

In tempi di crisi vocazionale, di disaffezione religiosa, di domande scomode sulla credibilità e il ruolo della Chiesa, questa nomina congiunta suona un po’ come una risposta. Sottovoce, senza proclami. Ma c’è. L’idea che la tradizione non sia un fardello, ma una risorsa da rimettere in circolo. E che anche i ruoli più antichi – come quello del Canonico – possano dire qualcosa, se inseriti in una logica nuova.

Resta da vedere se e quanto questo cambiamento sarà percepito dalla città. Ma intanto, nei banchi delle due chiese simbolo di Aosta, si riscaldano i posti per una nuova stagione. E forse anche per qualche nuovo inizio.

Il Prevosto

È il capo del Capitolo della Cattedrale, un po’ come il presidente del “collegio dei canonici”.
Il suo ruolo è:

Presiedere le riunioni del Capitolo.

Coordinare la preghiera comune e le celebrazioni liturgiche solenni.

Essere il punto di riferimento tra il Capitolo e il Vescovo.

Mantenere viva la funzione spirituale e simbolica della Cattedrale.

Nel contesto valdostano, il Prevosto ha anche un ruolo di rappresentanza non indifferente: è spesso presente nelle celebrazioni civili o nelle feste patronali, e nei fatti è la figura più visibile del Capitolo. È una specie di "decano" della tradizione, più spirituale che manageriale. 

L’Arcidiacono

È una figura antica e nobile, oggi quasi sempre onorifica.
In origine, era il “braccio destro” del Vescovo per gli affari pratici della diocesi, una sorta di vicario generale ante litteram. Oggi:

Mantiene una funzione cerimoniale e liturgica.

In alcuni casi, può sostituire il Prevosto in sua assenza.

Ha una dignità simbolica molto alta nel Capitolo (è considerato il secondo in ordine di importanza).

In parole povere: non ha potere amministrativo, ma rappresenta la continuità di una tradizione che risale almeno all’alto Medioevo. Nell’ordinamento attuale, serve soprattutto a custodire la memoria e la solennità dei riti, quasi un garante del decoro e dell’armonia liturgica.

Michele Vesan

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore