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Consiglio Valle Comuni | 04 giugno 2025, 18:05

Fallito il referendum dei leghisti (e compagnia): bocciati anche dalla calcolatrice

Il Consiglio Valle dichiara illegittima la richiesta referendaria contro la legge elettorale: firme insufficienti e mal autenticate. Naufraga la strana alleanza tra Lega e sinistra radicale contro la parità di genere

Fallito il referendum dei leghisti (e compagnia): bocciati anche dalla calcolatrice

Il comunicato ufficiale della Presidenza del Consiglio Valle

L'Ufficio di Presidenza del Consiglio Valle, riunito nel pomeriggio di oggi, mercoledì 4 giugno 2025, ha attestato l'illegittimità della richiesta di referendum confermativo sulla legge regionale per l'elezione del Consiglio Valle (modifiche alla l.r. n. 3/1993), presentata ieri dal Comitato per la riforma elettorale.

Dalle operazioni di verifica effettuate dagli uffici dell'Assemblea regionale, è infatti emerso che a fronte di un totale di 2.273 firme che i delegati hanno dichiarato di aver depositato e regolarmente autenticato, le firme realmente apposte sono 2.268. Inoltre, 158 firme non risultano regolarmente autenticate ai sensi dell'articolo 9, comma 4, della l.r. 4/2002, in quanto manca la dichiarazione preventiva di disponibilità all'autentica da parte di un Consigliere regionale. Il numero delle firme regolarmente autenticate, al netto di n. 158 firme dichiarate nulle, è pari a 2.110, quindi inferiore alla cifra di 2.117.

La richiesta di referendum poteva infatti essere avanzata, entro tre mesi dalla sua pubblicazione, avvenuta sul Bollettino ufficiale della Regione del 4 marzo 2025, da almeno un cinquantesimo degli elettori (pari a 2.117 cittadini) oppure da almeno un quinto dei Consiglieri regionali (7 su 35), secondo quanto previsto dalla legge regionale n. 4/2002.

LA STRANA COPPIA (LEGA E SINISTRA) AFFONDA NEL RIDICOLO

Non è la prima volta che i leghisti si impantanano nei numeri, ma quando si alleano con una sinistra da salotto che in Valle ormai raccoglie meno voti di una sagra della polenta a Ferragosto, lo spettacolo rasenta la farsa. Altro che "referendum confermativo": questo è stato un tentativo maldestro, tecnicamente claudicante e politicamente imbarazzante, di sabotare una legge elettorale che introduce finalmente un principio basilare come la parità di genere.

Sì, perché tra le righe di questa (inutile) battaglia referendaria c’era il vecchio vizietto di chi non vuole che le donne abbiano spazio nelle liste elettorali. Per alcuni è una questione di nostalgia: erano abituati a fare le liste da soli, tra vecchi amici, e ora si trovano costretti a fare i conti con quote, equilibrio e trasparenza. Che tragedia!

Ma non basta voler fermare la storia, bisogna almeno farlo bene. Qui invece si sono schiantati su un numero ridicolo: mancavano sette firme. Sette! Perché 158 sono state invalidate per un errore di procedura che un qualsiasi consigliere comunale di quartiere avrebbe evitato. Hanno dimenticato la dichiarazione preventiva dell’autenticatore. Piccolezze? No, regole. E chi pretende di cambiare una legge regionale dovrebbe almeno leggerle, le regole.

La Lega valdostana, che si professa paladina della legalità, inciampa così su un cavillo che conosce anche... E la mini-sinistra antagonista, da sempre pronta a denunciare le "grandi manovre", si ritrova a far da spalla in un’operazione sgangherata e, a tratti, persino comica.

Il referendum dunque non si farà. Non perché la democrazia sia in pericolo, ma perché i suoi autoproclamati salvatori non sono stati in grado nemmeno di completare un modulo correttamente. E nel frattempo, chi difende la parità di genere può festeggiare: la legge regge, e chi voleva smontarla è rimasto impigliato nelle proprie contraddizioni.

Prossima volta, cari promotori, prima di raccogliere firme magari fatevi aiutare da qualcuno che conosce la legge. O almeno sa contare.

jean-paul savouret

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