Questa sera, alle ore 20.30, nella Cattedrale di Aosta, la comunità valdostana si stringerà in un abbraccio di preghiera per salutare Papa Francesco. Un momento solenne, intimo e carico di emozione che unirà voci, sguardi e silenzi nel ricordo di un Pontefice che ha parlato al cuore della gente, con parole semplici e gesti profondi.
A presiedere la celebrazione eucaristica sarà il Vescovo di Aosta, Monsignor Franco Lovignana, insieme al presbiterio diocesano. Tutti i fedeli sono invitati a partecipare a questo momento corale, che sarà molto più di una liturgia: sarà un tributo di affetto, riconoscenza e fede verso un Papa che ha segnato un’epoca.
«Tutta la Diocesi partecipa con affetto e fede a questo momento in cui si conclude la vita terrena del Santo Padre», ha dichiarato Monsignor Lovignana. «Lo accompagniamo con la nostra preghiera, certi che sia ormai nelle braccia del Padre, nella luce del Risorto.»
Nel cuore della Pasqua, proprio nel giorno del Lunedì dell’Angelo, è giunta la notizia della morte di Papa Francesco, avvenuta ieri mattina alle 7.35. Un simbolismo potente, che lega il suo ritorno alla Casa del Padre all’annuncio della risurrezione, che lui ha saputo rendere vita concreta per milioni di fedeli.
Monsignor Lovignana ha anche ricordato, con commozione, l’incontro con il Santo Padre nel novembre 2023, in occasione dell’udienza concessa alla delegazione valdostana per la chiusura delle celebrazioni dedicate a San Bernardo. Un momento familiare, denso di umanità e di calore, in cui il Papa ricevette una piccozza dalle Guide alpine con un sorriso divertito: «Non la userò contro nessuno!», scherzò.
Quelle parole, oggi, sembrano racchiudere lo spirito di un pontificato segnato dalla disarmante forza della mitezza, dalla tenerezza che si fa coraggio, dalla volontà di essere pastore tra la gente, e non sopra di essa.
La celebrazione di questa sera sarà, per la Valle d’Aosta, l’occasione per ringraziare Papa Francesco per la sua vicinanza alle periferie del mondo e dello spirito, per il suo amore verso la montagna e le comunità resilienti, per la sua voce limpida e inquieta capace di risvegliare coscienze e rimettere al centro gli ultimi.
Stasera la Cattedrale di Aosta non sarà solo un luogo di culto. Sarà un rifugio dell’anima, un faro acceso nel buio del lutto, una vetta spirituale da cui elevare al cielo il grazie della nostra terra.