In un momento delicato per la sanità pubblica valdostana, Cittadinanzattiva Valle d’Aosta interviene con una nota che suona come un campanello d'allarme: la recente riorganizzazione della sanità territoriale, messa in atto con il nuovo Atto Aziendale dell'USL, rischia di compromettere la comprensibilità, l'accessibilità e, in ultima analisi, l'efficacia stessa del sistema.
L'associazione, da anni attiva nella difesa dei diritti dei cittadini, ha evidenziato presunte anomalie nella gestione della sanità regionale che meritano attenzione da parte non solo delle istituzioni, ma anche della cittadinanza. Al centro della critica vi è una questione fondamentale: il diritto alla salute, sancito dall'articolo 32 della Costituzione, rischia di essere messo in discussione da una struttura percepita come farraginosa e poco trasparente.
Nonostante l'impiego, dichiarato, di risorse pubbliche destinate a migliorare la comunicazione tra USL e cittadini, il sistema sembra oggi più che mai difficile da interpretare per chi ha bisogno di cure o vuole semplicemente comprendere come orientarsi tra distretti, ambiti e servizi. A complicare il quadro, secondo Cittadinanzattiva, vi sarebbe anche una concentrazione di incarichi apicali in capo alle stesse persone, situazione definita non solo inopportuna ma contraria allo spirito del Codice di Deontologia medica, che all'articolo 69 vieta esplicitamente l'assunzione di incarichi plurimi per chi ricopre ruoli di direzione sanitaria.
È una critica che punta dritto al cuore della questione: può un sistema sanitario essere davvero efficace e giusto se diventa inaccessibile, confuso e sbilanciato nella gestione delle responsabilità? La Valle d’Aosta, regione che ha fatto dell’autonomia e della prossimità ai bisogni dei cittadini uno dei suoi pilastri, rischia oggi di scivolare verso modelli meno attenti alla persona, più burocratici e meno trasparenti.
L'appello lanciato dall'associazione è chiaro: serve un assunzione di responsabilità condivisa, da parte di cittadini, operatori sanitari, dirigenti e istituzioni. Un sistema sanitario regionale non può essere pensato come una macchina da far funzionare a prescindere, ma come un patrimonio collettivo, che va costruito giorno per giorno attraverso il dialogo e la trasparenza.
Se l’obiettivo è davvero quello di garantire cure di qualità e accessibili a tutti, è forse arrivato il momento di mettere sul tavolo, con coraggio, tutte le criticità. Perché il diritto alla salute non è una formula astratta, ma un dovere concreto verso ogni cittadino valdostano.