Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Dopo sedici mesi, torna per la seconda volta a Mosca il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale italiana, per una nuova missione nell'ambito dell'iniziativa umanitaria della Santa Sede per trovare vie di pace per l’Ucraina “martoriata”. Lo rende noto il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni: “Confermo - si legge in una dichiarazione - che il cardinale Matteo Zuppi ha iniziato oggi una nuova visita a Mosca, nel quadro della missione affidatagli da Papa Francesco l'anno scorso, per incontrare le autorità e valutare ulteriori sforzi per favorire il ricongiungimento familiare dei bambini ucraini e lo scambio di prigionieri, in vista del raggiungimento della tanto sperata pace”.
Il primo incontro incontro avuto dal cardinale a Mosca oggi è stato con il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. Lo ha reso noto il Ministero degli Esteri russo, sottolineando che i due hanno discusso della "cooperazione nella sfera umanitaria nel contesto del conflitto in Ucraina" e altre questioni sulla scena internazionale. Nella stessa nota viene rimarcato "lo sviluppo costruttivo del dialogo tra Russia e Vaticano".
La missione del giugno 2023
Zuppi era già stato a Mosca il 28 e 29 giugno 2023, seconda tappa della sua missione dopo quella a Kyiv, durante la quale aveva avuto un incontro pure con il presidente Volodymyr Zelensky, e prima dei viaggi nei mesi successivi a Washington e Pechino. Nelle 48 ore in terra russa, il porporato aveva avuto un incontro con Kirill, patriarca di Mosca e di tutta la Rus'. Un incontro “fruttuoso”, lo definiva la Santa Sede in un comunicato, in cui si sottolineava che il cardinale aveva trasmesso a Kirill “il saluto del Santo Padre”; con il patriarca l’emissario del Pontefice si era “intrattenuto su iniziative umanitarie che possano facilitare una soluzione pacifica”.
Il colloquio con il commissario per i diritti del bambino
Il cardinale aveva poi avuto due incontri istituzionali separati, prima con Yuri Ushakov, assistente del presidente Vladimir Putin per gli affari di politica estera, e poi con Maria Lvova-Belova, commissario per i diritti del bambino. In quei colloqui era stato fortemente sottolineato l’aspetto umanitario dell’iniziativa, nonché l’esigenza di poter pervenire alla “tanto desiderata pace”. In particolare con Lvova-Belova – riferiva quel giorno il sito del commissario, pubblicando la foto della visita del cardinale – Zuppi aveva discusso le cosiddette questioni umanitarie relative alle “operazioni militari” e alla tutela dei diritti dei bambini. L’attenzione era, cioè, sul tema degli oltre 19 mila minori ucraini portati con la forza in Russia, questione per cui il presidente Zelensky ha chiesto l’aiuto della Santa Sede nell'udienza di maggio 2023 con Papa Francesco. Una richiesta ribadita anche nell’udienza con il Pontefice in Vaticano di venerdì scorso, durante la quale il leader ucraino ha centrato il focus su tutti i prigionieri ucraini. Non solo i bambini, ma anche i giornalisti.
I risultati degli "sforzi" diplomatici
Grazie al canale aperto da Zuppi, un certo numero di bambini ucraini trasferiti in Russia dalle forze di occupazione è potuto tornare a casa. Nei mesi scorsi, la vicepresidente del Parlamento ucraino Olena Kondratiuk - rendendo pubblico un incontro a Roma con il presidente della CEI – aveva ringraziato il cardinale sottolineando che la “diplomazia umanitaria” della Santa Sede ha dato risultati rilevanti. Tra questi, anche la liberazione dei due sacerdoti redentoristi arrestati nel novembre 2022 e rilasciati dalla Russia in uno scambio di prigionieri con l’Ucraina il 29 giugno scorso. Un risultato per il quale Zelensky stesso aveva espresso gratitudine alla Santa Sede per i suoi “sforzi”.
Rispetto dei diritti umani
Insomma il viaggio ha avviato un meccanismo, “lento” come ha avuto modo di dire in varie occasioni il cardinale Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, ma che va avanti. Proprio Parolin a settembre ha avuto una video-conferenza con Tatiana Moskalkova, commissaria per i diritti umani della Federazione Russa. Durante il colloquio, ha informato quel giorno la Sala Stampa della Santa Sede, il cardinale ha ribadito la necessità di salvaguardare, nel contesto del conflitto, i diritti umani fondamentali sanciti dalle Convenzioni Internazionali.