Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Croissant e caffè al tavolo con poveri e rifugiati e anche una birra artigianale. Quella, però, da assaggiare nel pomeriggio. Una colazione speciale, questa mattina, per Papa Francesco con un gruppo di uomini e donne di Africa ed Est-Europa o della stessa Bruxelles nella parrocchia di Saint-Gilles, edificio sacro di metà ‘800 che ogni mattina, su tavoli apparecchiati al centro della navata in stile gotico romanico offre “Il caffè del mattino” a senzatetto, rifugiati, poveri del centro città. Sì, perché in “una città a bagel” quale Bruxelles – come dicono scherzando gli abitanti, richiamando l’immagine della famosa ciambella col buco – i ricchi stanno in periferia, mentre al centro, a pochi passi cioè dalle sedi istituzionali dell’UE, ci sono i quartieri poveri e le case popolari.
Un microcosmo a Bruxelles
In uno di questi, il Parvis de Saint-Gilles, sorge l’omonima parrocchia dove intorno alle 9.15, con un fuori programma, si è recato Francesco: “Un microcosmo nella realtà generale di Bruxelles”, la definisce il parroco Benjamin Kabongo Ofm, originario della Repubblica Democratica del Congo ma da 19 anni in Belgio, raccontando di un luogo che vuole restituire, non solo cibo e ristoro, ma anche “dignità” a chi bussa alle sue porte. A Saint-Gilles si insegna infatti un lavoro con la produzione della birra, la Biche Saint-Gilles, appunto, (al Papa è stato fatto omaggio di una bottiglia) e si offrono momenti di preghiera e ascolto. Soprattutto ascolto per “gente spesso abbandonata a sé stessa”, sottolinea il sacerdote.
Storie di difficoltà e pericoli
Avevano voglia, infatti, di raccontare e raccontarsi i nove commensali del Pontefice di questa mattina, emozionati e silenziosi prima dell’arrivo di Francesco, giunto in auto tra gli applausi di una piccola folla di abitanti e parrocchiani dietro le transenne, avvertiti della novità. Simon, Eugene, Cesar, Pablo e altri, tra cui Miguel e Christ, il primo proveniente da una “famiglia zingara, molto zingara” che ha riferito dettagli della sua vita da nomade; il secondo, proveniente dal Camerun, che con il Pontefice seduto di fronte ha condiviso la storia della sua traversata nel Mediterraneo fino a Lampedusa. Un viaggio pericoloso durante il quale – ha detto – ha trovato coraggio pregando la Madonna. Al Papa ha intonato il canto a Maria che canticchiava tra sé e sé nei momenti di maggiore paura.
In regalo la birra prodotta in parrocchia
Francesco ha ascoltato queste storie e anche la presentazione del servizio svolto in parrocchia da parte di due dei coordinatori degli aiuti, Simon e Marie-Françoise, quest’ultima che ha detto una frase - “la misericordia indica la strada verso la speranza” – che ha dato lo spunto al Papa per la sua riflessione. “Grazie per questo invito a colazione! È bello cominciare la giornata tra amici, e tale è l’atmosfera che si respira a Saint Gilles”, ha esordito Papa Francesco. “Sono felice di vedere come qui l’amore alimenta continuamente la comunione e la creatività di tutti: avete ideato perfino La Biche de saint Gilles, e mi sembra una birra molto buona! Nel pomeriggio vi dirò…”, ha aggiunto tenendo in mano, la confezione infiocchettata accompagnata da un biglietto giallo: “Soyez beni si cher Pape François! (Sii benedetto, caro Papa Francesco!)”.
Il calore della carità
“Guardarsi a vicenda con amore aiuta tutti!", ha aggiunto il Pontefice. "La carità è così: è un fuoco che scalda il cuore, e non c’è donna né uomo sulla terra che non abbia bisogno del suo calore”. È vero, ci sono tanti problemi da affrontare, c’è il rifiuto e l’incomprensione, ma, ha assicurato, “la gioia e la forza che vengono dall’amore condiviso sono più grandi di qualsiasi difficoltà, e ogni volta che ci si lascia coinvolgere dalle dinamiche della solidarietà e della cura reciproca ci si rende conto di ricevere molto più di ciò che si dà”.
Il dono del Papa
Il Papa ha fatto dono alla parrocchia di una statua di San Lorenzo, diacono e martire dei primi secoli, “famoso anche per aver presentato ai suoi accusatori, che volevano i tesori della Chiesa, le membra più fragili della Comunità cristiana a cui apparteneva, quella di Roma: i poveri, i bisognosi”. Non una “provocazione”, ha chiarito Papa Francesco, bensì “la pura verità: la Chiesa ha la sua ricchezza più grande nelle sue membra più deboli, e se vogliamo davvero conoscerne e mostrarne la bellezza, ci farà bene donarci tutti gli uni agli altri così, nella nostra piccolezza, nella nostra povertà, senza pretese e con tanto amore”.
Dopo le testimonianze, i discorsi e le battute, quindi, caffè e croissant per tutti e ancora un “grazie”, da parte del Papa, per questo inizio giornata nel centro ma vicino alle periferie. Quelle esistenziali.