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Vite in ascesa | 30 agosto 2024, 08:00

MONTE CALVO E MONTE MOTTA

Testo di Roberta Maffiodo e Lodovico Marchisio Foto di Walter Marchisio

Il versante Nord-Est del Monte Calvo

Il versante Nord-Est del Monte Calvo

Questa volta vi condurremo su due cime di bassa quota, che a loro modo rivestono una certa importanza non per la lunghezza del percorso, ma perché sulla prima (Monte Calvo) è stata edificata la Cappella della Sacra Famiglia e la seconda (Monte Motta) perché l’abbandono di tanti sentieri come questo, producono un lento ma inesorabile declino. Ora le analizziamo singolarmente, curando il loro inquadramento geografico e come raggiungerle.

 

Questa volta vi condurremo su due cime di bassa quota, che a loro modo rivestono una certa importanza non per la lunghezza del percorso, ma perché sulla prima (Monte Calvo) è stata edificata la Cappella della Sacra Famiglia e la seconda (Monte Motta) perché l’abbandono di tanti sentieri come questo, producono un lento ma inesorabile declino. Ora le analizziamo singolarmente, curando il loro inquadramento geografico e come raggiungerle.

MONTE CALVO

Uno dei 9 piloni della Via Crucis 

Il Monte Calvo (da alcuni autori citato come Moncalvo) è un’altura di m 550 s.l.m. sita a sud-est dell’abitato di Val della Torre in provincia di Torino, sul confine con il Comune di Caselette. Da Torino dirigendosi verso Val della Torre si perviene alla rotonda per le valli di Lanzo. Imboccarla a destra in quella direzione, ma svoltare a sinistra dopo pochi metri in corrispondenza della chiesa di Brione (Santa Maria della Spina). Attraversare Brione su via Astrua e uscirne svoltando a destra su via Givoletto. Subito dopo il ponte imboccare una carrareccia in direzione ovest. Da qui affidarsi alla traccia GPS in quanto non vi sono riferimenti. Si costeggia il rio Codano e dopo poco lo si attraversa. In pochi minuti si perviene al cerchio neolitico di Airal. Usciti da esso ci si dirige verso sud e si attraversa il torrente Casternone, normalmente con poca acqua. Si prosegue ancora verso sud e si perviene su via Alpignano. Qui si svolta a sinistra e si percorre tale via per un centinaio di metri, svoltando poi a destra su via Pragranero che si percorre interamente in salita. Si perviene su via Betulle e la si segue fino al termine, dove si può pervenire anche in auto (comodo parcheggio). Qui un sentierino corre a lato (a destra) della recinzione dell’ultima casa che inizialmente è prativo, poi compie due larghe curve fino all’impennata finale molto ripida e diretta sino alla cima. Sulla sommità del Monte Calvo sorge la cappella della Sacra Famiglia raggiungibile grazie al sentiero CAI n. 574 che inizia in località Trucco di Brione (Val della Torre) e costeggia una “Via Crucis” di nove piloni; oppure attraverso altri due sentieri che salgono dal territorio caselettese. Notare che il cartello di partenza dà la salita dal parcheggio alla vetta in 20 minuti, ma se si guardano i 2 cartelli posti alla partenza (Musiné ore 2,30) e sulla cima del Monte Calvo (Musiné ore 1,40), va da sé che se si fa la differenza delle ore indicate sui due pannelli, la salita a passo lento dal parcheggio alla cima del Monte Calvo risulta essere di 50 minuti. Dal Monte Calvo ha origine la dorsale nord-est che raggiunge la vetta del Musinè (1150 m.) passando a monte della cava di magnesite (giobertite) di Caselette, ormai inattiva, e delimitando lo spartiacque fra il torrente Casternone e la bassa Val Susa. L’area in oggetto si trova nel settore orientale del Massiccio ultrabasico di Lanzo che si sviluppa in direzione nord-sud per un’estensione di circa km 20, dalla bassa Val Susa alla bassa Val di Lanzo, con una larghezza di circa km 5 (includendo anche gli affioramenti di Balangero e del Moncuni). Il Massiccio Ultrabasico di Lanzo rappresenta un grande frammento sottocrostale che, in varie fasi tettoniche, ha subito un dislocamento verso la superficie attraverso il mantello e la crosta terrestre.  Il versante valtorrese del Monte Calvo è caratterizzato da uno strato eluvio-colluviale (copertura di alterazione) costituito da materiali alterati siti in prossimità del punto di formazione o che hanno subito un modesto trasporto. Per quanto riguarda il versante caselettese del “Moncalvo” (Monte Calvo) si segnala, nella zona sud, uno scarso grado di stabilità nei pressi delle scarpate relative al reticolo idrografico secondario. Sullo stesso versante prende origine il rio Laiassa che, vista la sua spiccata ramificazione e la scarsa consistenza del substrato su cui scorre, genera notevoli fenomeni erosivi nella parte alta del suo decorso.

MONTE MOTTA

CARTINA MONTE MOTTA 

Parto dall’ultima revisione di Gulliver apportata il 23/08/2024 relativa al Monte Motta, 627 metri, posta dietro nostra segnalazione che revisiona quella del 24/1/2017 in maniera impeccabile e quindi è doveroso un nostro grazie sincero ad Alberto Giolitti della redazione di Gulliver che è una “community outdoor” ed è la più grande guida on line d’Italia che ci permette di conoscere falesie per free-climbers, luoghi d’arrampicata, escursionismo, alpinismo, vie ferrate,  mountain bike, canyoning, bouldering, bici, nuovi itinerari di tutti i generi, etc. A tale proposito mi sento di avvisare tutti gli escursionisti che ci leggono, di aggiornare (quando scoprono qualche variazione sulla descrizione dell’itinerario da loro percorso), scrivendo a redazione@gulliver.it come richiesto da questa “community outdoor” divenuta indispensabile per chi pratica qualunque tipo di itinerari al fine di aiutarli a tenere aggiornati tutti gli itinerari possibili, almeno quelli della zona dove noi abitiamo.

Ci siamo accorti di un totale cambiamento del percorso al Monte Motta con la realtà del 21 agosto 2024, giorno in cui siamo saliti con mio figlio Walter Marchisio, mia moglie Roberta Maffiodo e il sottoscritto oramai 77 enne e con diverse patologie invalidanti, percorrendo la vetta con l’attuale croce in legno (ripristinata da mio figlio il giorno della nostra salita). Sette anni fa al suo posto c’erano invece un ometto e una piccola bottiglietta in plastica con rotolino cartaceo per le firme. Per finire bisogna dare atto che per mia scelta personale ho voluto salire a mio rischio e pericolo questa cima per verificare con l’aiuto di mio figlio, che ci ha tratti in salvo, la situazione non piacevole di come è oggi ridotto questo percorso, attraverso una via di fuga in discesa, molto più diretta, su erba alta quasi verticale, sulla sinistra (verso  di discesa) che abbrevia il percorso di salita e ad estremi rimedi ci ha tolto dai guai, ma con due interminabili ore (nel nostro specifico caso) su un itinerario, che nelle mie attuali condizioni di salute e che con mia moglie che ha un ginocchio fuori uso, sarebbe stato da evitare, anche se il nostro scopo era di “documentare” per aiutare a rimettere in vita, un itinerario che in queste attuali condizioni può diventare davvero pericoloso per tanti escursionisti non preparati al peggio! Pubblichiamo quindi integralmente la relazione della salita come è pubblicata su “GULLIVER”.

Note

Il Monte Motta, così denominato sulle carte, è una rotondeggiante elevazione sul versante dx orografico della Valle del Casternone, circa a metà sviluppo della lunga dorsale tra il Musinè ed il M. Curt, dominante la SP 177 da breve distanza. La prima parte della dorsale Nord-Est era contrassegnata da una grande croce visibile dalla strada, ormai a terra e non più illuminata.Più in alto troneggia uno dei grandi tralicci dell'elettrodotto. Escursione forse tra le più brevi esistenti, poco dislivello e quasi niente spostamento, ideale per una certa categoria di fruitori, qualora il sentiero venga ripristinato, perché com’è adesso il “poco dislivello” si sente a causa della difficoltà nel procedere su erba molto alta, che nasconde la traccia da seguire. Panorama sulla Val Casternone totale con anche la vetta del Civrari.

La croce abbandonata sul Monte Motta che di notte veniva illuminata

Avvicinamento

Dopo Brione, frazione di Valdellatorre in direzione di quest'ultima, poco dopo il Centro Sportivo sulla destra, si reperisce l'insegna del negozio agricolo "Agriflora" posto invece sulla sinistra (sponda opposta). Parcheggiare a bordo strada un po’ prima facendo attenzione al traffico intenso della statale 177.

Descrizione

Imboccare la stradina per l’Azienda Agriflora, raggiuntala attraversare il rio su un ponticello che dà accesso al vasto prato con laghetto d’irrigazione. Contornarlo verso destra per arrivare sul prato attiguo, quindi a sinistra su debole traccia per abbordare la prima rampa di sentierino contrassegnato da fiocchetti celesti sui rami delle piante (spariti da tempo).

Si arriva in breve alla croce (che giace a terra), quindi al traliccio dal quale su sentierino “omettato” (segnaletica attualmente completamente inesistente), percorrendo la larga dorsale si guadagna la vasta sommità con l’attuale croce in legno.

Cartografia: Torino Pinerolo e bassa Val di Susa. Ultima revisione 23/08/2024
Autori: teddy- Proposta una modifica all'itinerario eseguita da L. Marchisio il 23/08/2024
scrivendo a redazione@gulliver.it

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