L'incontro fa seguito a una riunione tecnica alla quale hanno partecipato i componenti del Gruppo operativo Territoriale (GOT) composto dal dirigente della Struttura di Igiene e Sanità Pubblica e Veterinaria dell’Assessorato alla Sanità Salute e Politiche Sociali, dai direttori dei Servizi Veterinari dell’Azienda USL, dai responsabili dell’Ufficio Flora e Fauna dell’Assessorato all’Agricoltura e Risorse Naturali, dal Corpo Forestale della Valle d’Aosta, dal direttore del CeRMAS, dai direttori del Parco Naturale del Mont Avic e del Parco Nazionale del Gran Paradiso e dal presidente del Comitato Caccia regionale e il comandate del Nas della Valle d’Aosta.
Nell’incontro istituzionale è stato ribadito che la Valle d’Aosta è al momento indenne dalla peste suina africana. Tutte le attività previste dal Piano nazionale di contrasto alla diffusione della PSA quali sensibilizzazione dei cittadini, prelievo venatorio programmato dei cinghiali, sorveglianza passiva di ritrovamento carcasse sono state regolarmente eseguite. Tra i punti di forza emersi vi sono la collaborazione tra il Corpo forestale e i cacciatori e l’attività di comunicazione. Rimane da potenziare l’attenzione sull’introduzione non autorizzata di materiale potenzialmente infetto (carne e salumi suini) per cui sono in programma attività di controllo dedicate svolte congiuntamente dai servizi veterinari e dalle forze dell’ordine.
La peste suina africana è una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici che causa un'elevata mortalità negli animali da essa infettati. Non è trasmissibile all’uomo, ma la diffusione di questa malattia rappresenta un importante danno economico per le aziende italiane che operano nel settore della zootecnia e dell’agroalimentare. I suini e i cinghiali si possono infettare per contatto diretto con animali malati oppure indirettamente tramite ingestione di prodotti derivanti da animali infetti o contatto con indumenti, veicoli o attrezzature contaminati. Un’ulteriore fonte di contagio può essere legata alle punture di zecche infette.
Il primo caso di peste suina africana nell’Italia continentale si è verificato il 7 gennaio 2022 in Piemonte in provincia di Alessandria, in breve tempo sono stati rinvenuti numerosi cinghiali positivi in un’area tra il Piemonte e la Liguria e ad oggi in Italia si contano 1435 cinghiali positivi al virus con 21 focolai nei suini. Non ci sono né vaccini né cure e l’unica misura per debellare la malattia è l’eradicazione che consiste nell’abbattimento. Ad esempio nella sola regione Lombardia il numero di capi abbattuti risulta essere superiore a 45.000.
“E’ importante che gli obblighi previsti dal piano vengano scrupolosamente rispettati negli allevamenti di suini per mantenere la Valle d’Aosta indenne dalla malattia, - spiegano gli Assessori Carrel e Marzi - e di come sia importante, anche grazie alla collaborazione con l'Assessorato all'Ambiente, il coinvolgimento di tutta la comunità per prevenire questo fenomeno, con semplici accorgimenti quali il divieto di abbandono di avanzi e rifiuti animali e la segnalazione di carcasse di cinghiale. E’ inoltre importante ci sia sinergia fra il Corpo Forestale e il modo venatorio per continuare il lavoro di controllo anche sui cinghiali. Le aree interessate da PSA infatti subiscono notevoli perdite economiche a causa del decesso degli animali, delle restrizioni agli spostamenti nonché del costo delle misure di controllo”.