Leggo. In giardino. Mi appassionano le tesi di questo Harari, un professore israeliano che non ha peli sulla lingua riguardo i paradossi che la "cosiddetta evoluzione" del genere umano, dei Sapiens, sta portandosi dietro.
La giornata è splendida.
La notte scorsa l'ho passata, per almeno un'ora, in piedi, in veranda. A luci spente. Ad osservare la magnificenza del temporale tutto lampi e tuoni e sibilanti raffiche di vento e scrosci impetuosi di pioggia.
Ma ne valeva la pena di stare sveglio ad osservare il temporale. Perché oggi il cielo è davvero bello ed è bella anche l'aria e la luce. E così approfitto di questo paradiso climatico per leggere. E mi piace farlo. Nonostante oggi, ferragosto, i vicini siano "venuti fuori da Milano" e riempiano il giardino accanto, il cielo, l'aria e la luce straordinaria di oggi, con i loro schiamazzi, le loro risate, la loro felicità di sentirsi per almeno un giorno liberi.
I grandi chiacchierano di cose apparentemente importanti. I bambini giocano, gridano.
Chi in costume da bagno, chi in abbigliamento più country, grandi e piccini si godono questa giornata di libera uscita dalla prigione sociale.
E sono tutti contenti. Tutti felici. Ed io lo sento, lo avverto che oggi, per loro il Paradiso è palpabile. E ne sono contento per loro, che domani rientreranno nella loro città. In un cielo diverso, in un’aria diversa, in una luce diversa.
Il lago (ph. Mauro Carlesso)
Continuo a leggere. Un po' al sole ed un po' all'ombra.
Uno sguardo al lago, immobile più che mai ed un orecchio ai gridolini commoventi dei bambini.
Che si divertono.
E che non conoscono il futuro che noi Sapiens adulti gli stiamo lasciando.