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CULTURA | 10 agosto 2023, 12:49

Umani e volpi quasi amici

Dovremmo imparare a osservare questi animali da lontano, rispettando il loro diritto di esistere vicino a noi senza appartenerci

Umani e volpi quasi amici

Le volpi, un tempo note per razziare le galline nei villaggi valdostani, stanno ora avvicinandosi ai centri urbani del fondo valle cambiando il loro comportamento. Questo fenomeno riflette la fluidità del confine tra mondo umano e natura selvaggia.

Nella mia esperienza, ho notato le prime volpi cittadine qualche anno dopo aver visto una volpe dietro un guardrail: due volpi prive di pelo che attraversavano le corsie deserte delle strade e si rifugiavano vicino ai centri commerciali.

Le volpi cittadine mostravano comportamenti insoliti, come insegnare ai piccoli come catturare prede e aprire pacchetti di cibo. Le città offrono abbondanti risorse alimentari e condizioni climatiche più calde, riducendo la competizione con altre specie e l'azione dei cacciatori. Tuttavia, la decisione di vivere in città comporta la necessità di tollerare gli esseri umani, i nuovi vicini. Le volpi si adattano, stazionando nei parcheggi e nei pressi delle discariche.

Ricercatori hanno scoperto che le volpi cittadine non solo hanno sviluppato nuovi comportamenti, ma anche trasformazioni anatomiche sorprendenti, adattandosi alle nuove sfide. Uno studio inglese ha rivelato che le volpi di città hanno sviluppato musi più corti e tozzi rispetto a quelle dei boschi. Questi cambiamenti anatomici, simili a quelli osservati in uno studio di addomesticamento delle volpi in Russia negli anni '50, suggeriscono che le volpi urbane stiano addomesticando se stesse, selezionando tratti come la docilità per coesistere con gli umani.

Questo concetto di relazione tra uomo e natura è complesso. Possiamo facilmente rapportarci agli animali domestici, che abbiamo plasmato per assomigliare a noi. Allo stesso modo, riusciamo a categorizzare il selvaggio, come gli orsi o le volpi nelle pietraie, nel nostro sistema di valori.

Tuttavia, è difficile rapportarsi con ciò che sta nel mezzo tra domestico e selvaggio. Non possiamo offrire cibo alle volpi selvatiche, poiché le renderebbe dipendenti dagli umani, né possiamo accarezzarle senza rischi. Questo confine sottolinea la nostra solitudine, poiché non possiamo appartenere né al mondo domestico né a quello selvaggio.

La speranza è che possiamo superare questa solitudine riconnettendoci con il selvatico, senza renderlo domestico e perdere la sua bellezza e indipendenza.

Dovremmo imparare a osservare questi animali da lontano, rispettando il loro diritto di esistere vicino a noi senza appartenerci. Soltanto quando riconosceremo la nostra natura e il nostro ruolo su questo pianeta, ci libereremo dalla solitudine interiore.

redix/ch

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