Tenere sotto controllo pressione, colesterolo, glicemia e malattie cardiache (soprattutto fibrillazione atriale che causa il 20% degli ictus); non fumare, non consumare alcolici in eccesso e non fare uso di droghe. E ancora, svolgere un’attività fisica moderata e costante; seguire una dieta sana ed equilibrata riducendo il sale che si aggiunge negli alimenti. Infine monitorare il proprio peso.
Sono queste le poche e semplici indicazioni fondamentali per la prevenzione dell’ictus cerebrale, lanciate in occasione la Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale che si celebra ogni anno il 29 ottobre. E la World Stroke Organization ha voluto, per questa edizione 2020, lanciare l’hashtag #DontBeTheOne: “1 persona su 4 verrà colpita da ictus nel corso della propria vita, non essere tu quella persona” sottolineando l’ictus può essere evitato grazie ad azioni di prevenzione.
Un messaggio che A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) ha voluto fare proprio ribadendo la necessità di prevenire una malattia la quale, per la sua elevata incidenza, rappresenta un problema assistenziale, riabilitativo e sociale di enormi dimensioni. L’azione preventiva contribuirebbe per circa l’80% dei casi ad una massiccia riduzione su scala dell’ictus e al raggiungimento di obiettivi globali per diminuire anche altre patologie quali le malattie cardiovascolari, il cancro, il diabete, e altre cause di invalidità e morte. E proprio a Courmayeur il 28 giugno si svolgerà una giornat di screening.
Bisogna per prima cosa distinguere tra prevenzione primaria, quella di soggetti che non hanno sofferto di eventi cerebro-vascolari e prevenzione secondaria, mirata invece a prevenire un nuovo episodio in chi è stato già colpito da ictus. Alcuni dei fattori di rischio - quali ad esempio sesso, età e familiarità - non sono modificabili e non dipendono, quindi, dal compor-tamento del singolo; ma è anche vero che, for-tunatamente, la maggior parte dei fattori di rischio ictus sono modificabili.