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ECONOMIA | 30 marzo 2023, 12:01

Il 13% delle famiglie ha un reddito che non basta per le spese primarie

Per il 43% è appena sufficiente. Il 22% verrebbe messa in crisi da una spesa imprevista. Famiglie in equilibrio precario, le più fragili sono quelle giovani, con figli piccoli e chi si prende cura di persone non autosufficienti

Il 13% delle famiglie ha un reddito che non basta per le spese primarie

Famiglie in equilibrio precario, con un reddito insufficiente a coprire le spese primarie per oltre una su dieci e appena sufficiente (per il cibo e per la casa) per oltre quattro famiglie su dieci. Più di una famiglia su cinque verrebbe messa in crisi da una spesa imprevista anche di modesta entità (di più per le famiglie in affitto). Le famiglie in difficoltà tagliano sulle spese sanitarie e sull’istruzione.

L’aumento del costo della vita ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie e sta mettendo a dura prova le loro finanze. È quanto emerge dall’Osservatorio “Sguardi Famigliari” di Nomisma, un nuovo cantiere avviato lo scorso agosto con l’obiettivo indagare le fragilità economiche, sociali e relazionali delle famiglie italiane, oltre che le tipologie familiari più colpite e a rischio sociale.

L’aumento del costo della vita mette in crisi soprattutto le famiglie mono-reddito, quelle che non hanno una casa di proprietà, chi deve prendersi cura di persone non autosufficienti. Le famiglie più fragili sono quelle composte da giovani, le famiglie con figli piccoli e le famiglie che curano persone non autosufficienti.

Per il 13% delle famiglie italiane, dice la ricerca, il proprio reddito è insufficiente a far fronte alle necessità primarie, ovvero le spese per i generi alimentari e quelle per la casa, l’affitto, il mutuo e le bollette. Sono famiglie “compromesse” alle quali si affianca un altro consistente 43% di famiglie che vive in un “equilibrio precario” che può facilmente saltare anche per una spesa imprevista.

Per queste famiglie, le risorse economiche sono inadeguate non tanto per difficoltà lavorative ma proprio per l’alto costo della vita. L’impennata dell’inflazione ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie, oltre la metà di quelle intervistate ha visto crescere le bollette energetiche di oltre il 50% rispetto ai livelli di un anno fa, con il 16% che dichiara di aver avuto molte difficoltà nel pagare le utenze; di questi il 4% ha accumulato ritardi nei pagamenti.

Bruno Albertinelli

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