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ATTUALITÀ | 02 settembre 2022, 10:30

MONCUNI – FEDE SUI MONTI DI PREGHIERA

A cura di Lodovico Marchisio

Salendo al Moncuni

Salendo al Moncuni

All’ospedale di Grenoble, mi è stato applicato uno stent che è un piccolo tubicino formato da una griglia metallica, utile a mantenere pervio (aperto) un vaso sanguigno dopo l’infarto che mi ha colto il 25 luglio.

Sulle prime, con le patologie pregresse delle quali già soffrivo, viene da pensare che quando un corpo è logoro si aggiusta da una parte e se ne rompe un pezzo da un’altra. È la legge della limitatezza umana …

Non amo quindi disquisire sul mio lento recupero, sugli alti e bassi del mio morale, ma su ciò che la vita mi ha dato. Adesso ho una compagna che mi vuol bene e che si prodiga assieme a mio figlio e a mia nuora in tutti i modi possibili per rasserenarmi, una nipotina che mi tiene teneramente avvinghiato a sé e una figlia con altre due nipotine che dal Canada ove vivono, mi telefonano ogni giorno in videochiamata per trasmettermi il loro amore.

Penso allora a quante persone molto più giovani di me siano già mancate senza aver potuto godere dei meravigliosi scenari che la montagna mi ha concesso, in aggiunta agli affetti che non mi sono mai mancati … ed è proprio in questo contesto che s’insinua il mistero della fede.

La cima con i simboli religiosi

Tutto è iniziato l’altro giorno quando mi hanno messo l’holter che registra i battiti del cuore (nel mio caso) per 24 ore. Per sottopormi a una leggera prova da sforzo mio figlio Walter mi ha portato con la jeep sino ai limiti consentiti in autovettura per salire la cima del Moncuni (Monte Cuneo).

Assieme alla mia compagna Roberta in meno di un’ora di cammino, raggiungiamo la cima che è un belvedere unico sui laghi di Avigliana e le montagne circostanti.

Mentre osservavo il paesaggio commosso da tanta già conosciuta bellezza per esserci stato più volte, ho creduto ad un ennesimo miracolo che Dio ha voluto concedermi per essere ancora una volta potuto salire su una delle mie piccole ma tanto amate cime.

Quello che mi stava sfuggendo (se non me l’avesse fatto notare la mia compagna) era la magia che impercettibilmente si stava creando come una sfera invisibile tutto intorno a noi e che solo la profonda vicinanza con Dio ci poteva far percepire in un alito di vento improvviso che si è avvertito insieme a un batter d’ali senza alcun altra presenza tangibile accanto a noi, tanto che Roberta ha inneggiato un canto di preghiera rivolto all’immensità di quella parte della vita che non c’è concesso conoscere.

Ecco un valido spunto per farvi ora conoscere questa cima e accompagnarvi in vetta lungo le sue dolci pendici.

Il Moncuni è una breve camminata che permette di raggiungere con poca fatica un luogo molto panoramico sulla val Sangone e bassa valle di Susa. Da Torino o dalla Francia con l'A32 uscire a Avigliana Est e seguire indicazioni per Avigliana centro (precisamente zona San Pietro). Stessa cosa per chi viene dalla SS25. In centro, su Corso Laghi, prendere la traversa Via San Pietro, girare a sinistra in Via Oronte Nota e girare a destra in Via Monte Cuneo, ove dopo poco si lascia la macchina all'intersezione con Via Chiattera. Utili le coordinate per chi è dotato di navigatore. Uno dei tanti altri modi d’accesso è dirigendosi verso Villarbasse, superarla e giungere a Reano.

Alla seconda rotonda girare a destra, direzione Buttigliera. Giunti alla chiesa della Madonna della Pietà, svoltare a sinistra e raggiungere dopo poco la frazione Benna. Dalle Case Benna proseguire a piedi lungo la stradina asfaltata che piega a sinistra, supera le ultime costruzioni, quindi diventa sterrata raggiungendo uno spiazzo. Seguendo le indicazioni dei cartelli, a un bivio prendere a destra per la fontana del Castello.

Proseguire nel bosco fino a incontrare una piccola sterrata a sinistra in salita. Questa porta in breve sul costone in uno spiazzo denominato “Bal di Masche”. Da qui svoltare a sinistra e percorrere il costone, dove man mano le piante scompaiono, che con alcuni piccoli saliscendi porta in vetta al Moncuni. La cima è contrassegnata da una grossa croce con 5 effigi della Madonna disseminate un po’ ovunque. La discesa può essere effettuata per l’itinerario di salita o per una delle molte varianti contrassegnate dalla segnaletica CAI e Pro Natura, che comunque scendono tutte verso Reano.

In vetta

Escursione molto panoramica sui laghi di Avigliana e sulle montagne da quelle della Valle di Susa fino a quelle in Provincia di Cuneo oltre il Monviso. Il Moncuni (o Monte Cuneo) è una montagna delle Alpi Cozie alta 641 m. Si trova all'inizio della Val Sangone ed è divisa tra i comuni di AviglianaReano e Trana, tutti e tre facenti parte della provincia di Torino. La cima è situata al confine tra i territori comunali di Trana e Reano. È geograficamente parte della morena destra dell'Anfiteatro morenico di Rivoli - Avigliana. Tuttavia, anche se di altezza modesta, è a tutti gli effetti patrimonio dell'orogenesi alpina, avendo il materiale da cui è composto, più di 130 milioni di anni. La morena si è creata successivamente e ha inglobato il Moncuni. Tra la flora spiccano i licheni e il ginepro.

La cima del Moncuni può essere raggiunta a piedi con vari itinerari escursionistici, sia da Avigliana che da Trana, che permettono anche di visitare i massi erratici che si trovano attorno alla montagna, con un percorso da poco ideato e in fase di realizzazione che tutti li contempla, tra i quali la Pietra di Salomone, nota come sito di arrampicata. La zona è anche molto frequentata dagli appassionati della mountain-bike.

ascova

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