CISL Scuola Valle d’Aosta, riunita nel suo Consiglio Generale in data 31 maggio 2022 presso la sede di Saint-Christophe, prende atto con soddisfazione che la percentuale dello sciopero unitario per la scuola indetto per l’intera giornata del 30 maggio 2022 ha avuto in Valle d’Aosta una percentuale di adesione pari al 28,31%, più elevata, dunque, rispetto a quella nazionale, attestatasi intorno al 14%.
I vari gradi di scuola hanno manifestato situazioni difformi: l’adesione è stata altissima alla scuola dell’infanzia (31,78%) e al Convitto Regionale “F.Chabod” (63,15%) mentre, curiosamente, solo l’10,29% dei docenti della scuola secondaria di secondo grado, che risultano i principali destinatari delle norme contenute nel d.l.36, ha preso parte allo sciopero.
Come noto, lo sciopero è stato infatti indetto proprio per manifestare il dissenso di tutta la comunità scolastica rispetto alle proposte contenute nel d.l. 36 e tentare così di bloccarne l’iter legislativo, che prevede la discussione degli emendamenti nella settimana compresa tra il 7 e il 14 giugno.
Tale provvedimento è infatti intervenuto pesantemente e, soprattutto, unilateralmente su aspetti fondamentali (formazione e reclutamento) per la vita della scuola, già duramente provata dall’esperienza pandemica e dalle vicende belliche degli ultimi tempi.
Il Consiglio Generale ha espresso la propria preoccupazione e il proprio disappunto in merito a tale modus operandi dell’amministrazione centrale, che sempre più spesso assume autoritativamente decisioni che vanno ad incidere enormemente sulla vita dei lavoratori, sfuggendo però a qualunque confronto con le parti sociali. Così è del resto accaduto anche rispetto ai vincoli introdotti in tema di mobilità, che costringono molti insegnanti e le loro famiglie a vivere lontane da casa, con una retribuzione che peraltro si assottiglia sempre più a causa dell’inflazione.
Il Consiglio Generale CISL si è inoltre confrontato sul tema degli organici relativi all’a.s. 2022/2023.
Al riguardo, a destare preoccupazione è soprattutto la scuola dell’infanzia, che per prima risente della marcata denatalità che da anni coinvolge la nostra Regione e che, di conseguenza vede ulteriormente diminuire i propri organici (che passano da 255 a 234 unità).
Il Consiglio Generale ha perciò rinnovato il proprio auspicio a che l’amministrazione regionale provveda a rivedere il rapporto insegnanti/alunni e ad elaborare criteri che consentano di tenere conto anche dei c.d. “fuori zona” (gli alunni non di pertinenza) e ha ribadito la propria contrarietà all’esternalizzazione di servizi ai cittadini che devono, invece, rimanere pubblici.Rispetto alla scuola primaria, in relazione alla quale si assiste parimenti ad una contrazione del numero degli alunni e, di conseguenza, dei posti disponibili (che passano da 526 a 501), il Consiglio ha insistito nella necessità di riservare particolare attenzione alle pluriclassi, in aumento soprattutto nei plessi di montagna, che, pur raggruppando in molti casi pochi bambini, impongono una didattica differenziata e strategie d’insegnamento sempre più innovative.Le scuole secondarie, invece, mantengono pressochè inalterata la consistenza degli alunni e degli insegnanti, non risentendo ancora, per il momento, degli effetti del calo demografico.
Vi sono tuttavia alcune criticità, relative alle scuole medie musicali e, soprattutto, alla situazione dell’istruzione professionale, che risulta in profonda crisi su tutto il territorio regionale, tanto che si rischia la mancata attivazione di gran parte dei percorsi e, aspetto non secondario, l’impossibilità di soddisfare le richieste di professionalità che emergono dal mondo del lavoro.
Il Consiglio ha infine espresso la propria preoccupazione riguardo alla mancata attivazione dei percorsi volti all’abilitazione del personale docente in servizio presso le scuole paritarie e alla persistente carenza di Dirigenti Scolastici.
L’ultimo concorso indetto per il loro reclutamento infatti non si è dimostrato idoneo a rispondere alle necessità del territorio e l’anno scolastico prossimo,anche a causa degli ulteriori pensionamenti che interverranno, si assisterà ad un ulteriore aumento delle reggenze.