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Vite in ascesa | 21 maggio 2022, 10:41

IN RICORDO DI SPIRO DALLA PORTA XYDIAS

A cura di Lodovico Marchisio

Spiro alla Certosa con Arnaldo Reviglio e il sottoscritto

Spiro alla Certosa con Arnaldo Reviglio e il sottoscritto

A cinque anni dalla sua scomparsa, non posso non ricordare un grande alpinista del passato, perché anche e soprattutto mio grande amico. Mi riferisco a Spiro Dalla Porta Xydias, nato a Losanna il 21 febbraio 1917 e mancato a Trieste il 18 gennaio 2017. Spiro si trasferisce a Trieste – città della madre – alla fine degli anni Venti, ove vi resta sino alla fine della sua esistenza. Alle superiori ha la fortuna di essere uno degli allievi di un illustre personaggio triestino: Giani Stuparich ed è proprio quest’ultimo a fargli amare l’italiano e la poesia e a portarlo, per la prima volta, in Val Rosandra. Si è laureato in Scienze Politiche a Trieste. Ha insegnato lingua francese alle Scuole Medie, ed è stato docente di culture teatrali all’università di Trieste e all’università di Pola. È stato tra i fondatori del Teatro Stabile di Trieste. Per diversi anni si è dedicato alla regia teatrale e al teatro per i ragazzi. Ha allestito spettacoli in Italia con i più grandi attori dell’epoca come Lea Padovani, Paola Borboni e Gian Maria Volonté. Ha allestito quindici spettacoli per il “Dramma Italiano”, Compagnia Stabile di lingua italiana della città di Fiume. Ha diretto la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile, quella dell’Istituto d’Arte Drammatica e quella del “Teatro Incontro”.  Valente alpinista, già nel 1958 è stato nominato Accademico del Club Alpino Italiano. Ha effettuato 108 prime salite e vie nuove e ha ripetuto nelle Alpi Orientali molte salite classiche di sesto grado. Ha diretto la Scuola Nazionale di Alpinismo Ellenica e la Scuola di Alpinismo del CAI Bologna. Ha fondato nel 1956 la Stazione di Soccorso Alpino di Trieste, Udine, Pordenone, Maniago che ha diretto per oltre dieci anni. Ha vinto con quest’attività il Premio Sant’Ambrogio e il Premio Belli di Solidarietà alpina, per il primo salvataggio fatto in Italia con un elicottero. È stato consigliere centrale del CAI, Presidente dell’Associazione XXX Ottobre, sezione del CAI Trieste, Presidente del Club Alpino Accademico Italiano Gruppo Orientale e Presidente per tre decenni del GISM - Gruppo Italiano Scrittori di Montagna dove io l’ho incontrato per la prima volta.

RADUNO GISM 2006 Mauro Corona con Spiro

Nel 2002 è stato nominato Socio Onorario del CAI, mentre nel 2004 cittadino onorario di Cimolais e insignito dell’Ordine del Cardo per il Soccorso Alpino e membro emerito del medesimo. Nel 2006 gli è stato conferito il Sigillo Trecentesco della città di Trieste. Ha pubblicato più di 60 libri e si è spento a quasi 100 anni di età perché li avrebbe compiuti tra circa un mese soltanto! Tanti personaggi celebri della cultura e dell’alpinismo, che come me l’hanno tanto amato, hanno scritto pagine epiche su di lui, ma a me piace ricordarlo anche e soprattutto come grande amico e non solo come una delle più significative figure della letteratura di montagna e dell’alpinismo accademico del Club Alpino italiano e con certezza una delle persone più rappresentative dell’alpinismo delle Alpi Orientali. Ero unito a lui da una salda amicizia quale socio accademico del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna), del cui gruppo Spiro è stato presidente per tanti anni ed è rimasto presidente onorario e leader carismatico fino alla sua dipartita come detto in precedenza. “La sua figura è stata punto di riferimento e richiamo perentorio ai valori della tradizione alpinistica più pura, sempre catarticamente ispirata e sostenuta da una prorompente - metafisica della vetta”, così ha detto di lui il già presidente generale del CAI Annibale Salsa, nella prefazione del libro di Bianchi. “Il suo alpinismo è una forma d’arte, sia in senso plastico che sul piano dell’elaborazione concettuale”. Una cosa ci ha particolarmente uniti e cioè la salita programmata per molto tempo, sempre respinti dal mal tempo, con Mauro Corona e mia figlia Stella (allora sedicenne) sul Campanile di Val Montanaia, che è sempre stata la guglia da lui preferita e più amata.

Il Pich Chiadenis (l'ultima sua montagna salita con Stella e Lodovico)

I casi del destino han voluto che l’ultima cima da lui salita, fosse proprio compiuta con noi due sulla parete nord del Pich Chiadenis (Alpi Carniche) e che su un suo libro in un brano dal titolo “Il ponte alato” avesse avuto parole di stima e di sentita amicizia nei nostri confronti. Riporto le sue parole: “….  Raggiungo il mio compagno di scalate Lodovico che si alterna con sua figlia Stella al comando della cordata … Alla fine ci muoviamo insieme, tutti e tre, e arriviamo al vertice – quel vertice stretto, oblungo, piccola oasi sospesa nell’etere – che tanto ha contato nella mia vita di scalatore … per il significato che ha avuto quando l’ho di nuovo raggiunta … Accanto a me l’espressione della bellezza, la ragazza che ha condotto buona parte della scalata. Perfetta nel gesto, per cui l’arrampicata non è sforzo ma armonia, espressione artistica. Giovanissima cui mi lega l’amore per la montagna e la calda, prorompente amicizia del padre … Anche gli anni sono trascorsi, veloci, troppo veloci … Devo forzarmi ad assimilare per sempre le magiche sensazioni di questa cuspide … per potermi sempre ritrovare su questo magico ponte alato, da cui è tanto più facile guardare il cielo e rendere vivo e pregnante il sentimento della vetta … che è stata l’ultima della mia esistenza”.

Sulla Nord del Pich Chiadenis con Stella da prima in cordata

Era il 29 luglio del 1994. Spiro aveva allora 77 anni. Pochi giorni dopo, per non negarsi mai a nessuno e dopo tre convegni di seguito ai quali aveva dovuto presiedere, fu colto da infarto. Motivo per cui questa salita di un certo rilevo compiuta insieme fu l’ultima per lui. Ma grazie alla sua forte fibra superò anche questo colpo infertogli dalla vita e continuò a dedicarsi alla montagna guardandola da un’altra prospettiva.

Raduno GISM 2006 a CIMOLAIS davanti al Campanile di Val Montanaia (la montagna di SPIRO)

Con mia figlia scalammo in seguito la sua montagna “Il Campanile di Val Montanaia” segnando sul libro di vetta anche il suo nome perché era la nostra meta in comune, che ci era stata negata solo a causa di un prolungato maltempo.

Spiro al convegno di Avigliana

Per finire anche la Città di Avigliana ove vivo lo ricorda con affetto e stima perché il 6, 7 e 8 giugno 2014 ospitò in un raduno nazionale Spiro e gli scrittori di montagna provenienti da ogni parte d’Italia.

 

ascova

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