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CULTURA | 04 novembre 2021, 10:30

L’AUTONOMIA VALDOSTANA E’ UN DIRITTO O UNA CONCESSIONE AI SUDDITI “INTRA MONTES ?”

Appuntamento settimanale del giovedì con Gianfranco Fisanotti sui temi dell'autonomia valdostana, sulla sua evoluzione, sulla sua involuzione, sui personaggi che hanno creato le premesse e su chi non ha saputo valorizzarla

L’AUTONOMIA VALDOSTANA E’ UN DIRITTO O UNA CONCESSIONE AI SUDDITI “INTRA MONTES ?”

Continua la memoria di quanti prima e dopo la guerra hanno dato un contributo alla emancipazione dell’Autonomia Valdostana. In questa puntata, ricordo Paul Alphonse Farinet, deputato valdostano della D.C. e primo Presidente del traforo del Monte Bianco, amico personale del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Segue una personalità di spicco dell’Union Valdôtaine, Corrado Gex, già Assessore Regionale alla pubblica istruzione e poi deputato a Roma dal 1963: ho voluto renderGli omaggio riportando il testo della commemorazione che pronunciai nel Consiglio Comunale di Aosta il 13 aprile del 1967, un anno dopo la Sua tragica scomparsa. Infine, ricordo la figura di Ernest Page, Senatore della Repubblica e sincero patriota valdostano. Nella prossima puntata, parlerò di Aimé Berthet, di Joseph Bréan e di César Bionaz illustri figure a servizio della causa valdostana.

PAUL ALPHONSE FARINET

Paul-Alphonse Farinet, (1893-1974)  figlio di Jean già sindaco di Aosta, è stato una personalità centrale nella storia del ‘900 valdostano. Egli frequentava l’Imprimerie Valdôtaine ed aveva contatti con papà Jean proprio per gli articoli che firmava sui periodici stampati in Corso Padre Lorenzo. Laureato nel 1930 a Torino con una tesi sul “Coûtumier” e sul diritto valdostano, divenne deputato nel 1948 e poi ancora nel 1953.

L’On. Farinet ha legato il suo nome al notevole impegno politico parlamentare ed ha operato con grande tenacia per la  realizzazione del tunnel del Monte Bianco, inaugurato nel 1965. Fu proprio Farinet a favorire la fuga in Svizzera del prof. Luigi Einaudi attraverso la Fenêtre Durand della Valpelline sopra Ollomont: antifascista convinto, lui stesso nel 1944 riparò in Svizzera dopo essere evaso.

Il Presidente Einaudi onorò Farinet della sua particolare riconoscenza ed amicizia e venne in Valle d’Aosta nel 1948 accolto con molti onori dal Presidente Severino Caveri e da varie autorità, tra le quali l’allora Presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta Avv. Vittorino Bondaz, l’Avv. Cesare Bionaz e suo fratello l’Ass. Ferdinand Bionaz.

Farinet abitava in Via Croce di Città al n. 53 a pochi passi dalla abitazione di papà Jean: talvolta, veniva da noi accompagnato da Aimé Berthet e queste sue visite si intensificarono nel 1953, quando si consumò la rottura definitiva e dolorosa tra l’Union Valdôtaine guidata da Severino Caveri e la Democrazia Cristiana di Page, Farinet, Berthet,  dei fratelli Ferdinand e César Bionaz e di Flavien Arbaney.

Tra le sue opere stampate all’Imprimerie Catholique “Notice historique sur le droit dans le pays d’Aoste et particulièrement sur le Coûtumier Valdôtain” (1956), “Allarme per la fontina”, “Le milizie valdostane del XVI° secolo e le lotte sulla disciplinare svizzera” (1937), “Per l’integrità del Cervino” (Camera dei Deputati, seduta del 4.12.51), “In difesa  della denominazione fontina: esposto alla Commissione di Agricoltura della Camera dei Deputati, seduta del 5.3.1952”; l’On. Farinet pubblicò con la Tipografia Bolognino nel 1947 il memoriale “La questione delle acque in Valle d’Aosta”  ed ancora presso la Tipografia Valdostana pubblicò il discorso reso alla Camera dei Deputati il 12 ottobre del 1951 “Per il traforo del Monte Bianco”. Quella frattura tremenda che divise profondamente il popolo valdostano si trascinò fino al 1974 quando la DC si riconciliò con l’U.V. e nacque nel mese di dicembre la 1° Giunta di Mario Andrione con soli 18 consiglieri di maggioranza.

CORRADO GEX

Corrado Gex  (1932-1966) era una tra le personalità di spicco dell’Union Valdôtaine. Molto legato al “Cercle” fondato dal Can. Joseph Bréan, aveva un bagaglio autonomistico di tutto rilievo non disgiunto dalla consapevolezza di doversi battere per un effettivo regionalismo e per dare attuazione alle norme costituzionali dello Statuto valdostano.

La sua formazione politica nella Jeunesse Valdôtaine lo portò naturalmente ai vertici del Movimento ed anche alla elezione nel Consiglio Regionale nel 1959. Suo segretario e grande amico era Mario Andrione: ambedue laureati in legge hanno servito  con onore e competenza la causa Valdostana. Eletto deputato nel 1963, Corrado Gex si batté a Roma sui temi caldi dell’applicazione statutaria ad iniziare da quello dell’art. 14 sulla Zona Franca, mai attuato dallo Stato centrale.

Giovanissimo, Gex frequentava l’Imprimerie Valdôtaine dove si stampava l’Union Valdôtaine e conobbe papà Jean che ne ricordava la squisita cortesia ed una notevole intelligenza. Fu anche il primo a congratularsi con me, nella primavera del 1965, per la mia prima elezione nel Consiglio Comunale di Aosta, e quando morì tragicamente nell’aprile del 1966 fui molto dispiaciuto e Lo commemorai nella seduta pubblica del Consiglio Comunale.

Questa la seconda commemorazione ufficiale da me pronunciata un anno dopo la Sua scomparsa nella seduta del Consiglio Comunale di  Aosta del 13 aprile 1967 come da verbale di deliberazione n. 151 del Consiglio Comunale.

“Monsieur le Président, Messieurs les Conseillers, je pense bien dire quelques mots simples, humbles – comme  il était  le caractère de l’ami Corrado – pour commémorer  ce jeune fils du Pays dont la Vallée d’Aoste gardera toujours un souvenir solide et profond. 

Oui, il y a un an la Vallée d’Aoste n’a pas perdu seulement son vaillant Député au Parlement Italien, elle a perdu un fils, un jeune qui savait se reconnaître dans la tâche continuelle pour la survivance  de la civilisation des Alpes: en un mot , elle a perdu un véritable Valdôtain qui était dans le même temps un citoyen du monde.

Car Corrado Gex, autonomiste convaincu, avait bien compris que le régionalisme et la décentralisation du pouvoir sont les ennemis  de toute sorte de nationalisme et ils représentent  aussi la base essentielle pour la construction d’une Europe démocratique et fédéraliste, où les droits des minorités ethniques et linguistiques seront finalement respectés.

En tant que Président de l’Union Culturelle Française, Gex valorisa l’ethnie Valdôtaine, nos traditions ancêstrales et notre langue maternelle.  Grand  défenseur de l’école Valdôtaine, dans sa qualité de Chef du département régional de l’Instruction Pubblique, Corrado Gex sû donner du prestige au Val d’Aoste aussi par la fondation d’une bibliothèque des écrivains Valdôtains et surtout il aida les jeunes de pauvre condition sociale à poursuivre leurs études et leur formation intellectuelle.

Unioniste, il entreprit une nouvelle lutte pour l’application intégrale de notre Statut Spécial  et  vota, avec le Sénateur Chabod, la confiance au troisième gouvernement Moro . Ses interventions au Parlement Italien, en défense de nos  droits séculaires démontrèrent – comme il l’a si bien rappelé  le Président Bucciarelli-Ducci dans sa commémoration officielle à la Chambre  - une valide préparation, une intelligence capable, honnête  et sérieuse des problémes du Pays .

Funere mersit  acerbo! …la mort de Corrado Gex, cette disparition terrible et aveugle a engendré  un vide irreparabile dans notre coeur et dans notre âme campagnarde. Il est allé rejoindre sont maître: le Chanoine Bréan, son guide: Émile Chanoux; il appartenait à la génération de la nouvelle frontière, des jeunes géants que la divine provvidence  nous enlève trop vite pour mettre à l’épreuve nos limites humains! . Autrefois l’”envie des Dieux” emportait les meilleurs pour ne pas courir le risque d’une comparaison  entre le divin et l’humain.

L’Humanisme des Grecs  nous apprend quand même que les hommes étaient  plus disposés à croire dans des Dieux antropomorphiques – humains et mauvais à la fois – que non à accepter la logique de la mort physique. Un écrivain latin, Virgile, disait : ”breve et irreparabile tempus est vitae sed faman extendere factis hoc virtutis  opus…… le temps de la vie est bref et irréparable, mais l’on peut propager le nom avec les oeuvres et cela est possible avec l’engagement des vertus intellectuelles”.

Corrado Gex nous a laissé sa pensée, son esprit autonomiste, ses idéaux de progrès dans la liberté que nous conservons en héritage. Sa vie est un exemple pour nous, pour les générations futures et pour l’avenir du peuple Valdôtain! Sa disparition tragique rassemble toute notre Famille Valdôtaine autour de Son message d’amour pour la Petite Patrie”. Corrado Gex aveva, come si dice, “una marcia in più” ed aveva fatto un buon lavoro sia come Assessore Regionale alla P.I. sia come Parlamentare valdostano.

ERNEST PAGE

Ernesto Page (1888 - 1969) ancora oggi viene considerato come una presenza davvero significativa nella vita politica della Valle d’Aosta.  Tra le sue opere uscite dall’Imprimerie Catholique “Commémoration de Mgr. Justin Boson prononcée à la séance du 30.1.1955 ”  (1955 Imp. Valdôtaine), “Pour l’Autonomie de la Vallée  d’Aoste (de Mgr. Stevenin) Préface ” (Imp. Marguerettaz 12.4.1963), e “Autonomie et langue Française” (Imp. Valdôtaine 1949).

Tutta la sua azione di patriota valdostano viene spesso ridotta al suo ruolo accanto ad Émile Chanoux nella famosa riunione del dicembre 1943 a Chivasso; ma Ernest Page è stato molto di più come uomo, come avvocato, come senatore a Roma, come esponente del Partito Popolare, come vice presidente della Ligue Valdôtaine pour la protection de la langue française, come cofondatore dell’Union Valdôtaine dopo  avere aderito alla Jeune Vallée d’Aoste ed aver fondato nel 1941 il Comité de libération Valdôtaine insieme  ad Émile Chanoux che ne divenne la guida indiscussa, come Consigliere Regionale ed Assessore  alla Pubblica Istruzione, e come Vice-Presidente dell’Académie de Saint-Anselme.

Molti dei suoi saggi furono stampati nella Tipografia Valdostana (ex Catholique) che frequentava con assiduità come molti altri autorevoli rappresentanti dell’Union Valdôtaine prima e della D.C. dopo la rottura del 1953: molti suoi articoli si possono leggere su “la Région” il giornale della D.C. valdostana.

Ernest Page lo vedevo spesso a casa Fisanotti in Via Croix de Ville  dove si intratteneva a colloquio con papà Jean: egli aveva una presenza fisica notevole, una voce robusta e tonante, una innata gentilezza e  maniere garbate; ma aveva oltre al phisique du rôle anche quel “sentiment du pays” che faceva di Lui, sia una autorità morale,  sia un idealista convinto e rispettato da tutti.

Gian Franco Fisanotti/ascova

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