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CULTURA | 02 settembre 2021, 10:30

L’AUTONOMIA VALDOSTANA E’ UN DIRITTO O UNA CONCESSIONE AI SUDDITI “INTRA MONTES ?”

Appuntamento settimanale del giovedì con Gianfranco Fisanotti sui temi dell'autonomia valdostana, sulla sua evoluzione, sulla sua involuzione, sui personaggi che hanno creato le premesse e su chi non ha saputo valorizzarla

L’AUTONOMIA VALDOSTANA E’ UN DIRITTO O UNA CONCESSIONE AI SUDDITI “INTRA MONTES ?”

Nuovi cambiamenti segnano il 1945 valdostano: Mons. Imberti viene trasferito a Vercelli (sarà sostituito da Maturino Blanchet già Padre degli Oblati di Atessa in Abruzzo) e vengono varati i Decreti luogotenenziali. Il 1° gennaio del 1946 nasce il primo Consiglio Regionale costituito dal Governo De Gasperi, il Comité Central dell’U.V. pone il tema della Garanzia internazionale (“l’Union vous convie à la dernière bataille”…..), mentre S. Caveri rivendica il ruolo politico dell’U. V. e vince le elezioni politiche del 1958, alleandosi con il P.C.I. . Seguiranno: il Referendum tra Repubblica e Monarchia, le elezioni per la Costituente ed il famoso “memorandum” di Federico Chabod che getta ombre e fuliggini sul sogno dei Paysans di vedere riconosciuto il secolare diritto ad una vera Autonomia. Da quel momento, malgrado le promesse del CLN Alta Italia, la Vallée diventa ostaggio del centralismo romano.

IMBERTI LASCIA LA VALLE D’AOSTA ED E’ TRASFERITO A VERCELLI

Il Vescovo Imberti il 16 ottobre del 1945 viene promosso Arcivescovo e trasferito a Vercelli: è il caso di dire “promoveatur ut amoveatur”. La notizia del suo trasferimento viene riportata il 1° novembre del ’45 sull’organo della Curia “Augusta Praetoria”. Al Vescovo uscente viene riconosciuto il merito di avere evitato che i tedeschi prima di abbandonare la piazza di Aosta facessero saltare con la dinamite i luoghi vitali del capoluogo e le vie di comunicazione strategiche. Il suo successore Maturino Blanchet – già Padre degli Oblati di Atessa in Abruzzo - continuerà la crociata anticomunista del predecessore, manifesterà un tiepido regionalismo e sosterrà la Democrazia Cristiana. Il 5 giugno del 1946  Stevenin esce dall’Union Valdôtaine prendendo le distanze dalla trasformazione del Movimento in forza politica organizzata, voluta dall’Avvocato Severino Caveri per dare maggiore forza alle esigenze autonomistiche mortificate dagli avvenimenti in corso e per pesare nelle future scelte politiche;  poco tempo dopo, l’Ing. Lino Binel farà lo stesso.

IL PRIMO CONSIGLIO REGIONALE DELLA VDA

Il nuovo Consiglio Regionale della Vallée, costituito il primo gennaio 1946 dal Governo De Gasperi durerà in carica fino al 29 aprile 1949. Il 1946 è l’anno nel quale l’Avv. Caveri subentra al Prof. Chabod dopo la tumultuosa manifestazione popolare del 26 marzo ’46 svoltasi per sostenere due richieste: A) il mantenimento dello “status quo”, B) l’indipendenza della Valle d’Aosta. Sono 25 i membri che compongono il Consiglio Regionale e 5 le forze politiche rappresentate: il Partito d’Azione, la D.C., il P.C.I., il P.L.I. ed il P.S.I. : solo il n. 25 rispecchia quello del Conseil des Commis, solo un numero….  .

IL TEMA CRUCIALE DELLA GARANZIA INTERNAZIONALE

E L’ATTACCO FRONTALE ALL’EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO FRANCESCO SAVERIO NITTI

L’appello del “Comité Central” dell’U.V. per richiedere la garanzia nazionale a protezione dell’Autonomia viene firmato da Flavien Arbaney, Aimé Berthet, Amédée Berthod, Robert Berton, Séverin Caveri, Albert Deffeyes, Félix Ollietti, Ernest Page, Victor Rosset e Joconde Stevenin.  Il testo è drammatico! Secondo i firmatari l’U.V. mancherebbe al proprio scopo, alla sua ragione d’essere, se si astenesse dal segnalare un fatto di estrema gravità. Nel suo discorso di Napoli del 3 ottobre 1945 l’ex Presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti si esprime nettamente contro le aspettative della Valle d’Aosta negando l’esistenza stessa della “Question Valdôtaine”.

Sulla Gazzetta d’Italia n. 35 del 9 febbraio 1946 compare l’attacco che provoca l’ira dell’U.V. : “Mai da secoli la Valle d’Aosta aveva chiesto così assurdo provvedimento come quello che han voluto darLe, mai né con il Piemonte, né con i re di Sardegna, né con i re d’Italia”. L’U.V. cita le parole del nostro grande storico De Tillier: “Le Duché d’Aoste a toujours été un Etat, formant un seul et même corps”. Ancora Nitti: “Un Governo che non è espressione di volontà popolare, ma accordo provvisorio di partiti, ha disposto definitivamente di una parte del territorio nazionale… Perché così assurda concessione e che doveva necessariamente rendere possibili anche i movimenti più pericolosi ?...  La giustificazione di questo paradosso politico e legislativo dovrebbe essere nel fatto che nella Valle d’Aosta si parla francese. Vi è niente di più assurdo ? La Valle d’Aosta dovrebbe essere ora il paese che ha la situazione più strana e paradossale e perfino un deputato eletto in collegio uninominale, mentre per tutta la nazione vi è la proporzionale…. Nessun esempio poteva essere peggiore e nessuno più incostituzionale. Un Governo provvisorio di partiti ha voluto disporre di una popolazione e del suo avvenire in forma che vorrebbe essere definitiva ”. Pesante, nell’Appello dell’U.V., la risposta: “M. Nitti conteste donc le fondement juridique et constitutionnel des modestes concessions administratives et linguistiques qu’on nous a octroyées”.

Segue la richiesta di una garanzia internazionale e l’invito ai valdostani a lottare: “L’Union vous convie à la dernière bataille. Émile Chanoux n’est pas mort. Il vous guide à la victoire”.  Seguono le firme. Ancora una volta il pensiero di Chanoux assume il grado di testamento morale e non può essere ignorato.

S. CAVERI RIVENDICA IL RUOLO POLITICO DELL’U.V.

NEL 1958 NASCE “L’ALLIANCE DU LION” E VINCE LE ELEZIONI

Già dal 31 marzo del 1946, sul n. 6 dell’Union Valdôtaine organo del Movimento U.V. , Caveri spiega che se l’U.V. non è un Partito politico ciò non vuol dire che essa sia ultronea rispetto alla politica: essa ripudia la lotta di classe poiché è interclassista e difende gli interessi di un popolo. Poi aggiunge: “Un unioniste est en somme un valdôtain qui se sent avant tout valdôtain”. Sempre più fragile con il passare degli anni, l’alleanza tra l’Union Valdôtaine e la Democrazia Cristiana cresce fra mille difficoltà politiche causate anche dall’attitudine dei centri di potere romani – ministeri e direttori generali burocraticamente ostili ad ogni concessione finanziaria ritenuta quasi una ferita all’impianto statale ed una “diminutio” dello stesso potere centrale – e finisce per infrangersi non solo a causa di diverse impostazioni programmatiche ed autonomistiche, ma soprattutto per la suddivisione del potere e quindi per la guida del Governo Regionale.

Nelle elezioni del 1954, regolate da una legge elettorale maggioritaria imposta da Roma, i quattro partiti governativi della “Concentrazione Democratica” che fanno perno sulla D.C. ottengono il 41% dei suffragi, l’alleanza delle sinistre (P.C.I. e P.S.I. più altri indipendenti della gauche) raggiunge il 30%, mentre l’U.V. da sola raggiunge il 29%. Questo risultato clamoroso premia con 25 Consiglieri su 35 la “Concentrazione Democratica”, con 9 Consiglieri l’alleanza delle sinistre, lasciando all’Union Valdôtaine un solo Consigliere nella persona della Vedova di Émile Chanoux, Celeste Perruchon. Seguono ben quattro anni di opposizione da parte dell’U.V. ; ma nel 1958, grazie all’alleanza tra la stessa U.V. ed i Partiti della sinistra, vengono eletti al Parlamento della Repubblica Severino Caveri alla Camera e Renato Chabod al Senato. Nel 1959 l’alleanza del “Leone” vincerà le elezioni regionali e manterrà il potere fino al 1966, per poi riconciliarsi con la D.C. alle politiche del 1972 e nel dicembre del 1974, con l’inizio della Giunta guidata da Mario Andrione.

L’apertura dell’U.V. verso il mondo della sinistra incrociava le nuove riflessioni all’interno della società italiana dopo il boom economico degli anni ’60, le aperture sulla condizione operaia favorite dal Concilio Vaticano II° ed altresì da un’analisi critica delle esperienze negative maturate nei Paesi del blocco Sovietico.

Gian Franco Fisanotti/ascova

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