La 'Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo', è stata istituita in memoria della catastrofe di Marcinelle, che avvenne la mattina dell'8 agosto 1956 in una miniera belga di carbone in cui morirono 262 minatori. Ma è anche un' occasione per un doveroso ricordo di tutti gli italiani che sono rimasti vittime di incidenti sul lavoro all'estero, ma in particolare dei tanti valdostani emigrati, per cercare quel benessere e quel futuro che non riuscivano a trovare nella nostra regione, ma che all'estero hanno invece perso la vita lavorando.
Anche per i recenti incidenti mortali sul lavoro è necessario che vengano intensificate le misure di sicurezza, così come le azioni destinate alla tutela dei lavoratori e al supporto delle famiglie colpite da morti bianche.
MARCINELLE - Le Bois Du Cazier, 8 agosto 1956
"Nous sommes une cinquantine. Nous fuyons les fumées vers les quatres paumes..."
Fu scritto con il gesso su di una tavoletta di legno da una delle vittime,
mentre cercavano scampo...
A causa di un errore umano, l'8 agosto 1956 il Belgio venne scosso da una tragedia senza precedenti, un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier, causò la morte di 262 persone di dodici diverse nazionalità, soprattutto italiane, 136 vittime, poi belghe, 95; fu una tragedia agghiacciante, i minatori rimasero senza via di scampo, soffocati dalle esalazioni di gas. Le operazioni di salvataggio furono disperate fino al 23 agosto quando uno dei soccorritori pronunciò in italiano: "Tutti cadaveri!"
Solo dopo la tremenda tragedia di Marcinelle venne finalmente introdotta nelle miniere del Belgio la maschera antigas.
Le condizioni in cui lavoravano i minatori erano deplorevoli; il Governo Italiano per la reazione scandalizzata della popolazione, della stampa e dei sindacati di fronte all'alta frequenza con cui si succedevano gli incidenti nelle miniere belghe, interruppe a volte l'enorme esodo di manovali italiani verso il Belgio. Altra conseguenza fu una regolamentazione più severa in materia di sicurezza sul lavoro.
Ricorre oggi, domenica 8 agosto, il 65.mo anniversario della tragedia di avvenuta nella miniera di Bois du Cazier a Marcinelle, in cui persero la vita 262 persone. La commemorazione della data dell'anniversario riunisce, come ogni anno, i rappresentanti delle famiglie, le autorità civili e religiose, così come il console italiano a Charleroi, precisa il sito della Conferenza episcopale del Belgio.
"Questo evento ha colpito le famiglie, come le recenti inondazioni", sottolinea padre Daniel Procureur, il nuovo decano della regione di Charleroi che quest’anno per la prima volta celebra la Messa per le vittime del disastro: "L'anno scorso, durante una celebrazione limitata a 50 persone, ho potuto incontrare i figli di un minatore deceduto – spiega - ma soprattutto il suono di 262 campane, un rintocco per ognuna delle vittime che hanno perso la vita l'8 agosto 1956 alle 8.10 precise, in un grande silenzio".
Il pensiero alle recenti inondazioni
“Nel corso della storia umana - nota ancora padre Daniel Procureur - ci sono state catastrofi. Ieri come oggi, questi momenti terribili colpiscono famiglie e individui”. Il decano allude alle vittime delle recenti inondazioni che hanno perso i loro beni, e per alcuni, la vita dei loro cari. “In questi momenti difficili – continua - si dimostra la solidarietà, così come la condivisione e la cura degli altri, che è un processo a lungo termine. Non è perché non se ne parla più nei media che la realtà della sofferenza scompare. Ma Gesù si unisce alle persone in questa sofferenza”. Molte delle vittime del disastro del Bois du Cazier erano di origine italiana. La comunità transalpina è quindi presente a ogni commemorazione: la celebrazione eucaristica del sabato sera, infatti, coinvolgerà anche le famiglie di origine italiana, attualmente alla terza o alla quarta generazione, i cristiani della regione e il diacono Angelo Macchia.