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FEDE E RELIGIONI | 02 aprile 2021, 09:00

CONTEMPLAZIONE DELLA SINDONE, COME E PERCHÉ: L'INTERVENTO DEL CUSTODE MONS. CESARE NOSIGLIA

Il prossimo 3 aprile dalle 16.30 si terrà una speciale liturgia davanti al Sacro Telo custodito nella Cattedrale di Torino, in collaborazione con il Dicastero per la Comunicazione, e in diretta televisiva e sui social

CONTEMPLAZIONE DELLA SINDONE, COME E PERCHÉ: L'INTERVENTO DEL CUSTODE MONS. CESARE NOSIGLIA

Torniamo anche quest'anno di fronte alla Sindone, a pregare per la nostra comunità e per il mondo intero ancora assediato dalla pandemia. La Segreteria di Stato della Santa Sede ha autorizzato questo momento, che non è una ostensione vera e propria ma una contemplazionedel sacro Linodeposto nella sua Teca. La Sindone non viene spostata in nessun modo: ma le immagini della diretta televisiva permetteranno a tutti di partecipare alla preghiera da casa e dagli schermi dei computer. Un grazie per questa collaborazione va alla rete TV2000 e al Centro Televisivo Vaticano, che diffonderà il segnale in tutto il mondo.

 

Questo giorno del Sabato Santo è centrale, nel cammino della Chiesa; la Sindone infatti oltre che specchio del vangeloci offre non solo il corpo martoriato di Gesù nei segnidella sua passionericordatidai Vangeli ma è anche icona di questo giorno che prelude alla pasqua di risurrezione. Papa Francesco ci ha detto che non siamo noi che guardiamo ilvolto di Gesù nel sepolcroma è Lui che ci guardae ci invita a vederlo vivo in tanti fratelli e sorelle che soffrono a causa del coronavirus, o per ingiustizie e violenzeo soprusi vari ricevuti,ma anche poveri come sono tanti senza dimora e immigrati.

 

La liturgia in diretta

 

La prima parte della celebrazione (dalle 17) vedrà pertanto esporre alla nostra attenzionei vari segni della passione (dalla corona di spine, alla flagellazione, ai chiodi nelle mani e nei piedie alla lancia che penetra nel costato del Signore) commentati da alcune persone scelte tra quanti si prodigano per alleviare le sofferenze del loro prossimo o hanno sperimentato la pandemiao altre forme di malattie o di ingiustizie e violenze. La seconda parte del pomeriggio (17,30)sarà dedicata alla preghiera presieduta dall’arcivescovo. Quest’anno a differenza dello scorso anno abbiamo impostato la preghiera secondouna tradizione millenaria che ha segnato il Sabato Santo,giorno di silenzioe di meditazione e di preghieradavanti alla tomba di Cristo .Si tratta dell’ora di Mariache richiama la Madre di Dioche sta davanti al sepolcro del figlio in attesa della sua risurrezionee ricorda le paroledel vangelo che annunciano la sua passione e morte e quelle pronunciate sulla croce che parlano di perdono, di fiducia nel Padre suo, di accoglienza del buon ladrone, di abbandono alla volontà del Padre e in particolaredi invito a Giovanni apostolo a considerarsi figliodi Mariaeaccoglierla nella propria casa e aMaria di considerarsi madre di Giovanni e dunque di tutti noi.

Mi augurochetutto ciò aiuti le nostre comunità ma anche ogni persona di buona volontà ad accogliere nella speranzae per i credenti nella fede, questo messaggio pasqualedi morte e risurrezioneper non arrendersi e scoraggiarci mai difronte ad ogni tragediae difficoltà chedobbiamo affrontare nella vita ma anche a operare perché tanti nostri fratelli e sorellebisognosi di sostegno e aiuto trovino in ciascuno di noi il coraggio diimitare il Signoreche non si è lasciato vincere dal male ma lo ha vinto con il benee per questo hasconfitto anche la morte. Il messaggio che la celebrazione vuole offrire a tutti è questo: il tuo amore è persempre. Facciamo nostra così la certezza dell’apostolo Paolo ai Romani : chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, la miseria? Ma in tutte queste cose noi otteniamo la completa vittoria, grazie a colui che ci ha amato. Niente e nessuno ci potrà mai strappareda quell’amore che Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù nostro Signore (8,35-39).

 

La Cappella

 

Celebriamo questa contemplazione nella nostra Cattedrale: e qualche metro sopra di noi possiamo vedere, finalmente restaurata, la Cappella inventata da Guarino Guarini, che fu la prima «casa» della Sindone qui a Torino. In questi giorni sono stati completati anche i restauri dell'altare del Bertola, al centro della Cappella: ed è un segno importante, che ci dà coraggio sulle nostre capacità di riprenderci anche dagli eventi più gravi. A quella Cappella si accede ora da Palazzo Reale, ed è compresa nel percorso museale. Ma essa rimane un luogo di culto, di preghiera e di riflessione: anche per questo mi auguro che non mancheranno, presto, occasioni per portare anche lassù la presenza di una liturgia che ricollega la nostra cultura e il nostro passato al «presente» della preghiera della Chiesa.

+ Cesare Nosiglia

Arcivescovo di Torino

Vescovo di Susa

Custode pontificio della Sindone


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