“Il nostro istituto di previdenza continua a perdere centinaia di milioni all'anno per lo squilibrio tra numero di contribuenti e numero di assistiti”. Inizia così una lettera che il comitato 'Salviamo la Previdenza dei giornalisti' ha fatto recapitare a tutti i giornalisti per informarli dell’invio di una petizione al Presidente Sergio Mattarella.
Infatti, come scrive il Comitato 'Salviamo la Previdenza dei giornalisti', coordinato da Carlo Chianura, se le condizioni del mercato del lavoro non dovessero cambiare, l'istituto è destinato al fallimento e non sarà in grado in breve tempo di pagare prestazioni e pensioni a tutti i giornalisti.
Per questo è nato a opera di un gruppo “di giornalisti di buona volontà il comitato super partes".
La prima iniziativa è stata la consegna di una lettera-appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per un intervento a tutela della garanzia pubblica delle prestazioni. Giornalisti non liberi economicamente sono giornalisti che rendono meno libero il sistema democratico.
Al Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella
Signor Presidente,
entro pochi anni l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti (Inpgi) non sarà più in grado di pagare le pensioni presenti e future dei giornalisti italiani, mandando in fumo decenni di versamenti, compresi quelli di chi è ancora in servizio attivo.
Il grave e strutturale squilibrio tra prestazioni e contributi ha provocato per il 2020 un passivo previdenziale di 197 milioni di euro e un disavanzo di 253 milioni di euro, aggravato dall’aver sopportato per anni l’onere di prestazioni assistenziali.
L’attuale situazione rischia di ripercuotersi sul livello e sulla qualità della democrazia del nostro Paese: avere giornalisti che non si vedono garantite le prestazioni previdenziali di oggi e di domani equivale ad avere giornalisti meno indipendenti e in generale una informazione meno libera, contraddicendo nei fatti l’articolo 21 della Costituzione.
Per questi motivi facciamo appello al Suo alto magistero per chiedere un intervento presso tutte le istituzioni interessate affinché sia confermata la garanzia pubblica dello Stato sul sistema pensionistico, come già avvenuto in passato per altri enti previdenziali. E in generale affinché si valuti con la massima urgenza, con responsabilità e trasparenza, ogni soluzione equa e non punitiva in grado di continuare ad assicurare la pensione e le prestazioni previdenziali a tutti i giornalisti italiani.
Carlo Chianura