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ECONOMIA | 30 marzo 2020, 12:15

Il coronavirus fa tremare anche il Terzo settore

RESTIAMO A CASA – Cesare Marques 'Le cooperative sociali manifestano grande preoccupazione per il loro futuro ma soprattutto per i lavoratori il cui futuro è incerto'

Il coronavirus fa tremare anche il Terzo settore

Il Governo centrale non ha considerato nel Decreto Cura Italia il Terzo settore e oggi la maggior parte del personale è in cassa integrazione o peggio si trova a lavorare in situazioni estreme.

Cesare Marques, Presidente della Cooperativa Leone Rosso rivolge un appello alla Regione e alle Amministrazioni Locali perché facciano “nell’ambito delle rispettive competenze tengano presenti le situazioni drammatiche provocare dalla crisi coronavirus che  e intervengano concretamente per sostenere i tanti lavoratori che oggi vivono questo momento con particolare angoscia”.

 

Quindi boccia il Decreto Cura Italia?

“Assolutamente no. Fortunatamente sul discorso lavorativo il Decreto prevede strumenti per ridurre il danno, ma non è sufficiente”.

Si spieghi meglio…

“Tenga conto che io rappresento forse la più  grande cooperativa della Valle con 300 dipendenti e quindi conosco bene la preoccupazione condivisa con centinaia di famiglie; il decreto prevede strumenti per permettere le Amministrazioni di supportare le nostre realtà che prevalentemente sono formate da lavoratrici attive nei servizi sociali e quindi sono in prima linea per l’assistenza e devono fare i conti con il rischio contagio”.

Quindi cosa chiedete?

“Per prima cosa abbiamo bisogno di rassicurazioni per la tenuta sociale, economia e per il nostro futuro, parlo del Terzo settore, ma soprattutto per i lavoratori”.

Chi è mancato fino ad oggi?

“Non è il tempo delle polemiche; è il tempo di costruire. Non voglio essere assolutamente polemico, ma è mio dovere rappresentare ai più il nostro mondo che lavora e combatte spesso in silenzio”.

Presidente Marques, oltre al quotidiano impegno che possiamo definire istituzionale in questo momento di grave emergenza sanitaria, economica, psicologica siete impegnati anche su altri campi?

"Grazie per l’opportunità: nel nostro piccolo abbiamo avviato il progetto #lontanimainsieme che prevede alcune iniziative già in essere, volontarie a sostegno delle famiglie e dei bimbi”.

Di questo ne abbiamo già parlato e chi vuol saperne di più clicchi QUI

Il Papa ha detto: “Iniziamo a vedere il dopo dell’epidemia; la fame”. Condivide?

“E’ un monito forte e da ascoltare tanto che stiamo trattando con i nostri fornitori per recuperare e donare a enti locali e all’ospedale dei presidi medici oltre che recuperare quelli in magazzino dai nostri servizi in questo momento sospesi come guanti e camici e altro”.

Ma per le famiglie in difficoltà?

"Stiamo cercando di recuperare dei prodotti alimentari da donare alle associazioni di volontariato presenti sul territorio che si occupano di distribuire alimenti. Siamo anche impegnati nell’acquisire prodotti da agricoltori e allevatori locali, con cui appena prima del blocco lavoravamo. Vogliamo dare vita ad un grande progetto sociale-agricolo ed alcune grandi aziende emiliane per portare avanti la produzione nonostante le avversità”.

Presidente cosa si sente di dire a tutti i valdostani?

“Esorto tutti coloro che vogliono collaborare con noi per fare qualcosa di utile per la nostra comunità di farsi avanti per progetti più importanti condivisi. In questo momento di straordinaria emergenza generalizzata non è banale ricordare che l’unione fa la forza e se anche se siamo lontani possiamo lavorare insieme da qui il nostro slogan #lontanimainsieme”.

pi.mi.

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