Sono stati notificati oggi gli avvisi di conclusione indagini (416 bis) ai 17 indagati di cui 16 arrestati il 23 gennaio scorso con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso di tipo 'ndranghetista nell'ambito dell'Operazione Geenna della Dda di Torino e dei carabinieri di Aosta. Oltre a loro, hanno ricevuto il 415 bis anche altre tre persone accusate di favoreggiamento e rimaste sempre a piede libero.
Altri sette indagati in 'Geenna', che non erano stati arrestati, dei quali non sono mai stati resi noti i nomi e che avevano subìto perquisizioni e interrogatori nei mesi scorsi, sono stati prosciolti dalle accuse e le loro posizioni sono archiviate.
Al momento non è dato sapere, invece, se durante le indagini siano stati istruiti altri fascicoli d'inchiesta nei confronti di altre persone le cui ipotesi di responsabilità sarebbero emerse da gennaio ad oggi nel corso di interrogatori e altri fasi di accertamenti e che potrebbero aver dato origine a 'stralci' ovvero nuovi procedimenti non strettamente legati a reati di mafia.
Il documento di notifica recepito oggi dai detenuti e dai loro legali consta di 18 pagine riepilogative delle accuse.
L'indagine e le accuse
In cambio dei voti ricevuti alle elezioni comunali prima e regionali poi, avrebbe aiutato alcuni ndranghetisti tenendoli costantemente informati su attività amministrative riservate e intervenendo in ambiti lavorativi e politici. E' questa l'accusa infamante per la quale si proclama assolutamente innocente e dalla quale deve difendersi Marco Sorbara, 52 anni, consigliere regionale dell’Uv sospeso e già assessore comunale di Aosta alle Politiche sociali.
Con lui (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa) erano state arrestate altre 15 persone, uno residente a San Luca in Calabria, tre in Piemonte e 11 in Valle tra i quali un compagno di partito di Sorbara, il 40enne Nicola Prettico, consigliere comunale di Aosta e dipendente del Casino de la Vallée di Saint-Vincent (entrambi nell'immagine a lato), considerato un diretto affiliato alla presunta 'ndrina. In carcere erano finiti anche Monica Carcea, 45 anni, originaria di Nova Milanese e assessore alla Programmazione al Comune di Saint-Pierre (concorso esterno in associazione mafiosa) e un noto avvocato del foro di Torino, Carlo Maria Romeo, legale difensore di imputati in quasi tutti i più importanti processi di criminalità organizzata celebrati a Torino (e secondo gli inquirenti implicato in traffici di cocaina). Secondo gli inquirenti a capo della 'ndrina ci sarebbe Marco Di Donato, artigiano edile residente in Valle, poi a seguire il 61enne Bruno Nirta e Antonio 'Tonino' Raso, titolare della nota pizzeria La Rotonda di Aosta. E poi: Roberto Alex Di Donato, 41 anni, elettricista, Vincenzo Argirò, 62 anni, nato a Locri (Reggio Calabria) e residente a Caselle Torinese (Torino); Francesco D'Agostino (58), nato a Polistena (Reggio Calabria) e residente a Caselle Torinese (Torino); Roberto Fabiani (46), nato a Chiaromonte (Potenza) e residente a Piossasco (Torino); Alessandro Giachino (40), dipendente del Casino di Saint-Vincent, nato ad Aosta e residente ad Aymavilles (Aosta); Francesco Mammoliti (48), nato a Opladen (Germania) e residente a Saint-Vincent (Aosta); Rocco Rodi (45) nato a Locri (Reggio Calabria) e residente a Bovalino (Reggio Calabria); Bruno Trunfio (49) nato a Chivasso (Torino), già detenuto nella casa circondariale di Genova. Indagato ma non arrestato Salvatore Filice (52) nato a Petilia Policastro (Crotone) e residente ad Aosta.
Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, tentato scambio elettorale politico-mafioso, estorsione tentata e consumata, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e ricettazione di armi e favoreggiamento personale.