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AMBIENTE | 15 ottobre 2018, 17:06

Sono trascorsi 18 anni esatti dall'alluvione che seminò morte e distruzione in Valle

Sono trascorsi 18 anni esatti dall'alluvione che seminò morte e distruzione in Valle

Ricordare è il primo passo per fare in modo che la tragedia non si debba più ripetere.

Sono trascorsi 18 anni da quando un’alluvione senza precedenti colpì la Valle d’Aosta provocando danni a privati e amministrazioni pubbliche per centinaia di milioni di euro ma soprattutto la morte di: Maria Olinda Chapellu di 72 anni, di Nus; Carlo Perron (55 anni) e suo figlio Elis (23 anni); Maria Gloria Parravano (56); Anna Peraillon (39 anni) ed il figlio Alessandro Bortone (16); Carmine Trapani (45) tutti residenti a Fenis; Ugo Coquillard (50 anni), la moglie Grazia Boasso (38), il loro bimbo Gilles, di soli diciotto mesi; Fortunato Cerlogne (76) e la moglie Ilva Fiou (75 anni), Angela Catania (75) e Manuel Catalano (15), residenti a Pollein; Lino Gard  (70) di Antey-Saint-André; Ferruccio Morandi (85) di Aosta, Gianfranco Bosoni (65 anni) di Donnas. Sempre a causa dell’alluvione sono inoltre morti il marocchino Assan Zitouwi a Champdepraz, Ernesto Manservigi ad Hône e Vilma Favre a La Salle, tutti vittime di incidenti da mettere in relazione all’alluvione.

L’alluvione isolò la Valle d’Aosta del resto del mondo e solo l’opera di tanti volontari italiani, francesi e svizzeri hanno consentito di portare soccorso ai valdostani.

Le immagini  forti di quella notte sono ancora ben presenti nella memoria di ogni valdostano, ma lo sono anche, e altrettanto forti, quelle della grande solidarietà che nei giorni successivi ha attraversato le nostre vallate ferite, con i sindaci, i volontari, i tecnici e le imprese, tutti insieme, impegnati con la ferma determinazione di riportare la normalità.

Da quei terribili giorni, la vera sfida è diventata intervenire prima della calamità, e il Sistema di Protezione civile valdostano, che prevede l’azione in stretta sinergia degli enti preposti al soccorso, è oggi un esempio di efficienza, come sottolineato pochi giorni fa dal Capo Dipartimento della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, in visita in Valle d’Aosta.

red. cro.

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