Ci teneva, l'imprenditore valdostano Gerardo Cuomo, a mantenere i migliori rapporti possibili con i più alti esponenti del mondo politico e istituzionale valdostano. Rapporti che oggi, alla luce delle inchieste che stanno scoperchiando il malaffare di chez nous, possono risultare quantomeno inopportuni ma che nel 2015, ad esempio, non destavano imbarazzo tra gli interlocutori di Cuomo che anzi potevano esserne lusingati, anche alla luce del fatto che in quel periodo il titolare del Caseificio Valdostano poteva dirsi a buon titolo il 'miglior amico' del pm Pasquale Longarini.
Questo vale per l'ex Presidente della Giunta Augusto Rollandin, ancor più per l'ex dirigente di Finaosta e consigliere delegato del Forte di Bard Gabriele Accornero ma anche per l'assessore regionale Emily Rini, che nell'estate di tre anni fa entrò in contatto con Cuomo in modo, va detto, assai singolare e forse suo malgrado ma non ebbe ragione di sospettarne.
In quel periodo tra Rini e suo marito, l'ingegnere aostano Filippo Norat, era in corso la causa di separazione. Norat, di famiglia tra le più benestanti di Aosta, all'epoca era però disoccupato e Rini avrebbe dovuto per legge passargli gli alimenti o individuare eventuale sostitutivo mezzo di sostentamento.
Nel voluminoso fascicolo d'inchiesta della Procura di Milano, per la quale il pm milanese Giovanni Polizzi ha chiesto il processo per lo stesso Cuomo, per l'ex pm aostano Pasquale Longarini e per l'imprenditore Sergio Barathier (tutti accusati di induzione a dare e promettere utilità e Longarini anche di favoreggiamento e rivelazione di segreto d'ufficio), sono contenute le intercettazioni telefoniche e di sms tra Gerardo Cuomo, Emily Rini e l'avvocato Andrea Giunti - che l'assisteva nella causa con Norat - le quali confermano che fu l'avvocato a mettere in contatto l'imprenditore con l'assessore, allo scopo di trovare una 'quadra' per la sistemazione lavorativa di Norat.
Scrive il pm milanese nell'Avviso di conclusione indagini: "Il 17 luglio 2015 intercorrono molteplici messaggi di testo (sms) tra Gerardo Cuomo e l'assessore regionale all'Istruzione Emily Rini, contenenti parole di ringraziamento, nonchè di conferma di un incontro avuto da Cuomo con una terza persona, della quale venivano ancora una volta omessi eventuali dettagli per l'identificazione".
Sms del 17 luglio 2015 in uscita dall'utenza in uso a Cuomo: "Ti ringrazio".
Sms di risposta di Emily Rini: "Grazie a te di cuore, per tutto. Emily".
Ancora un sms di Cuomo: "Fatto, passa già oggi da me poi ti dico".
E poi poco dopo un terzo sms dell'imprenditore: "Ciao credo che sia andata benissimo, l'ho già visto oggi siamo stati un'oretta poi quando ci vediamo ti spiego bacio".
Risponde Rini: "Grazie davvero di cuore! dici che accetta? un abbraccio".
Infine ancora Cuomo: "Penso proprio di sì l'ho invitato a passare domani o martedì di nuovo, ti terrò (informata ndr)"
Per il pm Polizzi "La messaggistica intercorsa tra Cuomo e l'assessore, riconduce chiaramente a quanto accordato dall'impresario con l'avvocato Giunti, per realizzare un colloquio di lavoro e successiva proposta di assunzione ('fatto passa già oggi da me poi ti dico'). La Rini, informata dell'esito positivo dell'incontro, viene rassicurata da Cuomo sull'accettazione della proposta".
Il 19 luglio 2015 viene intercettata una conversazione tra Gerardo Cuomo e l'avvocato Giunti, che commentano il comportamento di Filippo Norat e la sua richiesta di 2.500 euro al mese di mantenimento, "decaduta - scrivono gli inquirenti - grazie all'assunzione predisposta da Giunti presso il Caseificio valdostano".
Questo dice l'avvocato Giunti a Cuomo parlando di Norat: "Ma è meglio che stia a casa...a prendere duemilacinquecento euro al mese che non, che non gli servono perchè...è il figlio della famiglia più ricca della Valle d'Aosta o è meglio che vada a lavorare che così non pensa eh...lui dice di suicidarsi...e avanti di questo passo...".