Fra circa un mese saranno trascorsi 17 anni dalla disastrosa e tragica alluvione che nel 2000 ha colpito e ferito la Valle d’Aosta, il suo popolo, il suo territorio. Allora la Valle d'Aosta ha pianto una ventina di vittime.
Le drammatiche alluvioni che si susseguono nel mondo e nell’italica penisola fanno ipotizzare che anche la Valle d’Aosta prima poi verrà nuovamente investita da eventi nefasti causati dai mutamenti climatici generati dall’uomo con la sua sete di arricchimento.
In America hanno eletto un presidente che è il portavoce di coloro che non voglio considerare che i mutamenti climatici sono una realtà che ci accompagnerà per i prossimi 50 anni se non si mettono atto buone pratiche per fermare l’effetto serra e l’inquinamento.
Un giorno sì e l’altro anche le cronaca ci raccontano di tragedie, di morti, di distruzioni. Ma sembra che passato l’effetto emotivo tutto torna come prima. Ma la Valle d’Aosta è pronta ad una nuova emergenza provocata da una probabilissima bomba d’acqua.
A guardare le condizioni degli alvei dei nostri torrenti invasi da arbusti e piante c’è di che preoccuparsi. La Protezione Civile non basta così come non bastano i bollettini di allerta. È inutile nasconderlo: in Valle d’Aosta, così come nel resto d’Italia, sta aumentando in maniera esponenziale il dissesto idrogeologico e soprattutto l’ associato rischio specifico per l’uomo.
Cosa stanno facendo i Comuni? I cittadini dovrebbero sapere se la zona in cui vivono, lavorano o soggiornano a rischio alluvione. Questo aiuta a prevenire e affrontare meglio le situazioni di emergenza. Ma cosa è stato fatto in questi ultimi anni per dare ai cittadini le informazioni per affrontare le situazioni di emergenza?
Meno di niente salvo i comuni di Pollein, Fenis e Charvensod che di tanto in tanto mettono in campo qualche simulazione, peraltro disertate dalla maggior parte dei residenti. Cosa si fa nelle scuole per aiutare i bambini ed in giovani ad affrontare una possibile emergenza? Nulla.
Ci sono scuole dove gli insegnanti vietano ai propri studenti di partecipare alle simulazioni perché impegnati nelle verifiche in classe.
Eppure la Protezione Civile raccomanda:
- è importante conoscere quali sono le alluvioni tipiche del tuo territorio
- se ci sono state alluvioni in passato è probabile che ci saranno anche in futuro
- in alcuni casi è difficile stabilire con precisione dove e quando si verificheranno le alluvioni e potresti non essere allertato in tempo
- l’acqua può salire improvvisamente, anche di uno o due metri in pochi minuti
- alcuni luoghi si allagano prima di altri. In casa, le aree più pericolose sono le cantine, i piani seminterrati e i piani terra
- all’aperto, sono più a rischio i sottopassi, i tratti vicini agli argini e ai ponti, le strade con forte pendenza e in generale tutte le zone più basse rispetto al territorio circostante
- la forza dell’acqua può danneggiare anche gli edifici e le infrastrutture (ponti, terrapieni, argini) e quelli più vulnerabili potrebbero cedere o crollare improvvisamente.
Tutto questo lo insegnano ai nostri ragazzi e ai cittadini? Proprio no; ma poi siamo i primi a dire, in caso di emergenza, non si è visto nessuno della Protezione Civile.
Ma la protezione civile siamo noi che con semplici azioni, possiamo contribuire a ridurre il rischio alluvione. I nostri sindaci, quello di Aosta compreso, sono documentati sul Piano di emergenza? Sanno quali sono le aree alluvionabili, le vie di fuga e le aree sicure?.
Perché non organizzare serate per informare i cittadini sul Piano emergenza così da sapere come comportarti.
La Protezione civile consiglia i cittadini a:
- Individuare gli strumenti che il Comune e la Regione utilizzano per diramare l’allerta e tieniti costantemente informato.
- Assicurarsi che la scuola o il luogo di lavoro ricevano le allerte e abbiano un piano di emergenza per il rischio alluvione.
- Se nella nostra famiglia ci sono persone che hanno bisogno di particolare assistenza verifica che nel Piano di emergenza comunale siano previste misure specifiche.
- Evitare di conservare beni di valore in cantina o al piano seminterrato.
- Assicursi che in caso di necessità sia agevole raggiungere rapidamente i piani più alti del tuo edificio.
- Tenere in casa copia dei documenti, una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile e assicurars che ognuno sappia dove siano.
Ma tutto questo serve a posto se in chi governa non ha la sensibilità di capire che le emergenze sono dietro l'angolo e che giorno dopo giorno devono mettere in campo tutte quelle inziative idonee a prevenirle.
Alluvione ottobre 2000 (dal sito della Regione)
Il grave evento alluvionale del 13-16 ottobre 2000 ha determinato nella Regione Valle d'Aosta situazioni di diffuso dissesto che trovano cause predisponenti naturali in un rilievo morfologicamente giovane, soggetto ad una attiva dinamica evolutiva, e cause scatenanti date dalle condizioni meteorologiche (entità ed andamento delle precipitazioni, elevata quota dello zero termico). La situazione meteorologica, anche se analoga a quella di eventi passati, è stata caratterizzata da livelli di piovosità rilevanti su tutto il territorio regionale e sino a quote molto alte (3500 metri), per lunghi periodi di tempo. Gli afflussi al reticolo idrografico sono stati particolarmente consistenti nel tratto medio basso della Dora Baltea, dove sono stati superati i valori massimi mai registrati.
http://www.regione.vda.it/immagine.aspx?pk=32462
L'intensità e la durata delle piogge hanno poi imbibito fortemente il suolo, innescando generali fenomeni di scivolamento dei versanti con abnorme trasporto solido verso gli impluvi andando ad incrementare ulteriormente la portata dei corsi d'acqua.
http://www.regione.vda.it/immagine.aspx?pk=32463
Le precipitazioni registrate durante l'evento hanno interessato tutto il territorio e hanno avuto inizio nella mattinata del 12 ottobre. Si sono intensificate durante la giornata di venerdì 13 e si sono protratte sino al primo pomeriggio di lunedì 16. L'intensità di pioggia è stata abbastanza uniforme su tutta la valle, con l'eccezione delle valli di Cogne e del Lys nelle quali si sono misurate precipitazioni molto al di sopra della media regionale (rispettivamente 456 e 320 mm rispetto alla media di 220 mm).














