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CRONACA | 13 marzo 2015, 18:47

SCUOLA: Corte Appello, 'insegnante Roisan cambi scuola'

SCUOLA: Corte Appello, 'insegnante Roisan cambi scuola'

La Corte d’Appello di Torino ha accolto il ricorso per la riforma della sentenza emessa dal Giudice del lavoro del Tribunale di Aosta, in data 16 aprile 2014, che aveva ritenuto illegittimo il diniego di riassegnazione di un’insegnante al plesso di Roisan e il precedente provvedimento di trasferimento della stessa dal plesso di Roisan a quello di Variney.

"In questo modo - si legge in una nota della Regione - la Corte d’Appello conferma la piena legittimità del provvedimento in allora adottato dalla dirigente dell’Istituzione scolastica Grand Combin, confutando le accuse relative ad un ipotetico complotto ordito ai danni dell’insegnante di cui, peraltro, era stata data ampia eco sulla stampa locale". 

Protagonista della vicenda è l'insegnante Caterina Binanti, che era stata accusata di condotte inqualificabili verso colleghi, alunni e i loro genitori e trasferita di punto in bianco da un plesso scolastico a un altro. Aveva ottenuto la riassegnazione a Roisan con una sentenza del giudice del tribunale aostano Eugenio Gramola, che la riammetteva nella scuola dalla quale era stata allontanata.

Il 5 agosto 2010 (assessore regionale all'Istruzione e cultura era Laurent Vierin e Sovrintendente agli Studi Patrizia Bongiovanni) con un ordine di servizio sottoscritto dall'allora dirigente scolastico Gladys Valdrighi, l'insegnante Binanti era stata trasferita per 'incompatibilità ambientale' dal plesso scolastico di Roisan a quello di Variney. Motivo apparente: la condotta della maestra aveva generato disagio fra alunni, genitori e docenti, e per ripristinare 'un sereno e collaborativo ambiente lavorativo a tutela della comunità scolastica' se ne era deciso il repentino allontanamento.

Era stata accusata, testualmente, “di non avere alcuna cura della sua classe, abbandonandola per ragioni personali, ponendo così a rischio l'incolumità stessa dei bambini, di avere una condotta aggressiva e litigiosa, di farsi dileggio di alunni e colleghi e di aver così creato un ambiente di lavoro a dir poco pessimo”.

Lei con il sostegno dell'avvocato Laura Marozzo si era rivolta al tribunale di Aosta, intentando causa alla Regione per far annullare il trasferimento ed essere riammessa alla scuola di Roisan sostenendo che il suo allontamento, come si legge nella sentenza del giudice aostano, lungi dall'essere motivato da suoi comportamenti aggressivi o antiprofessionali, era frutto di autentica persecuzione politica, messa in atto da genitori e colleghi che erano candidati, insieme a loro amici e parenti, in una lista elettorale per le elezioni comunali del 2010 antagonista di quella in cui lo stesso figlio della Binanti era candidato sindaco.

A sostegno della tesi, l'avvocato Marozzo aveva portato prove documentali e testimoni, che hanno parlato – riporta ancora la sentenza - di lettere anonime contro la maestra scritte in realtà da candidati della lista avversaria, di come in realtà la professionalità dell'insegnante trasferita non fosse mai stata messa in discussione nemmeno dagli stessi alunni, che in realtà l'apprezzavano ed erano dispiaciuti del suo allontanamento.

E poi accuse del tipo "esce dalla classe per fumare e telefonare a casa per sapere cosa fanno i bambini" quando in realtà la maestra non fuma e non ha bambini.

Nell'ultima udienza del procedimento il giudice Gramolaaveva  sentenziato l'annullamento del provvedimento di trasferimento di Caterina Binanti, ne aveva ordinato il ricollocamento al plesso scolastico di Roisan e aveva condannato la Regione a pagare 4mila euro di spese legali. La Corte di Appello ha ribaltato la sentenza.

p.g.

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