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FEDE E RELIGIONI | 21 novembre 2014, 11:29

PAPA: Dignità, non elemosina

PAPA: Dignità, non elemosina

Il messaggio di Papa Francesco è ancora una volta chiaro, senza ambiguità o fraintendimenti: l’uomo affamato ha bisogno di dignità, non di elemosina. E ai partecipanti alla seconda conferenza internazionale sulla nutrizione in corso a Roma nella sede della Fao, dove si è recato giovedì mattina, 20 novembre, il Pontefice ha rivolto un forte monito: non ci si può più nascondere dietro sofismi, manipolazioni di dati, presunte strategie di sicurezza nazionale, crisi economiche.

«L’affamato — ha ricordato — è lì, all’angolo della strada , e chiede diritto di cittadinanza, chiede di essere considerato nella sua condiziona, di ricevere una sana alimentazione di base. Ci chiede dignità, non elemosina».E così come aveva fatto Giovanni Paolo II in questa stessa sede nel 1992 durante la prima conferenza sulla nutrizione, Papa Francesco ha messo in guardia dal rischio di perseverare nel «paradosso dell’abbondanza», per cui si continua a proclamare che c’è cibo per tutti ma non tutti possono mangiare, «mentre lo spreco, lo scarto il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi».

Una situazione che trova peraltro riscontro nella mancanza di solidarietà che contraddistingue la nostra società sempre più individualista e piegata alle logiche di mercato. La solidarietà è «una parola — ha ripetuto il Pontefice — che abbiamo inconsciamente il sospetto di dover togliere dal dizionario». Sta di fatto che viviamo in una società caratterizzata «da un crescente individualismo e dalla divisione; ciò — ha ammonito — finisce con il privare i più deboli di una vita degna e con il provocare rivolte contro le istituzioni». Ma c’è di più.

«Quando manca la solidarietà in un paese ne risentono tutti»: uomini, donne, bambini, anziani devono poter contare sempre sull’aiuto di tutti e avere la garanzia di essere comunque protetti. Protezione di cui ha immediato e grande bisogno anche la «nostra sorella e madre terra» ha concluso il Papa. Dobbiamo «custodire il pianeta» ha esortato, perché se è vero che «Dio perdona sempre» è altrettanto vero che «la terra non perdona mai» e il creato rischia di avviarsi verso l’autodistruzione.

o.s.

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