“Dobbiamo portare più tecnologia, più innovazione nei paesi di montagna perchè, alla faccia dei gufi che vogliono la morte delle località in quota, villaggi e comuni sopra i 1.500 metri si stanno ripopolando”.
Lo aveva detto alcuni mesi fa il presidente del Celva e sindaco di Aosta, Bruno Giordano, nel corso di un'assemblea del Consiglio degli enti locali valdostani. A dargli ragione sono arrivati ora i dati diffusi nel convegno 'Abitare le Alpi del XXI secolo-Nuovi scenari per il territorio montano',svoltosi nei giorni scorsi a Ollomont, paese di montagna 'simbolo' del ripopolamento con il 12% in più di residenti in pochi anni.
Marco Onida, segretario della Convenzione delle Alpi e funzionario della Commissione europea, ha spiegato che “non si tratta di un 'ritorno' alla montagna dei valligiani che decenni fa hanno lasciato villaggi e paesi, ma dell'arrivo nei comuni in quota di cittadini, di residenti aostani ma anche di altre zone del fondovalle che 'salgono' alla ricerca di maggiore tranquillità e migliore qualità della vita”. Onida ha sottolineato che “ora c’è la necessità di un nuovo patto di solidarietà città-montagna” che possa consentire di portare sopra i 1.500 metri di quota l'innovazione tecnologica indispensabile per restare 'agganciati' al resto del mondo, come ad esempio la connessione a banda larga per poter lavorare a distanza e navigare velocemente in internet.
Discorso che vale anche per la tecnologia applicata ai lavori agricoli nelle zone svantaggiate. Il professore di Geografia urbana e regionale al Politecnico di Torino, Giuseppe Dematteis, ha suggerito ai Comuni “l'apertura di uno 'Sportello' consorziato per fornire indicazioni precise ed eventualmente personalizzate a chi intende seriamente trasferirsi in montagna”.
L'Unione europea ha attivato un questionario su internet (http://www.alpine-region.eu/italy/intro-questionnaire.html) a cui fino al 15 ottobre i cittadini potranno collegarsi per inviare suggerimenti, proposte e idee di sviluppo.












