Ricorre lunedì 24 marzo il 15esimo anniversario del rogo di un tir nel traforo del Monte Bianco, in cui persero la vita 39 persone. Le fiamme divamparono dal veicolo dell’autista belga Gilbert Degrave,e per chi rimase intrappolato nel tunnel non vi fu scampo; per spegnere il fuoco i Vigili del fuoco impiegarono oltre due giorni. Furono sei le vittime valdostane: Pierlucio Tinazzi detto Spadino, il 'motard' in servizio al traforo che con un gesto di eroismo che gli costò la vita riuscì a trarre in salvo dal rogo diverse persone in sella alla sua moto, prima di morire soffocato dal fumo; postino di La Salle Maurillio Bovard; la moglie Nadia Pascal e la figlia Katia Bovard; Valter Pascal, vigile di La Salle e l’autista di tir Stefano Manno.
Dopo quei drammatici avvenimenti, il tunnel restò chiuso per tre anni e fu riaperto, inizialmente solo per le automobili, il 9 marzo 2002, dopo lunghi lavori di riparazione e ristrutturazione. In occasione del anniversario il Geie Tmb che gestisce il traforo organizza un momento di raccoglimento, lunedì 24 marzo alle 10.45, su entrambi i piazzali, lato Italia e lato Francia. Sabato 5 aprile, alle ore 16.30, l’Associazione delle famiglie delle vittime si ritroverà al memoriale per una cerimonia di commemorazione mentre nel pomeriggio di domenica 27 aprile avrà luogo il 14° Memorial Spadino, con l'arrivo in Valle di centinaia di motocicilisti per commemorare il centauro valdostano. Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, così ricorda quel tragico evento:”Quella mattina del 24 marzo 1999, il fumo che usciva dal tunnel, le prime notizie che, di ora in ora, rendevano la drammaticità della situazione e, infine, il computo delle vittime, sono momenti impressi nella mente di tutti i valdostani, momenti che sconvolsero ognuno di noi al punto da diventare, al pari dell’alluvione che avrebbe colpito il nostro territorio l’anno successivo, parte integrante della nostra memoria collettiva”.
“Una memoria sulla quale, tuttavia, non ci siamo mai adagiati - dice Rollandin - ma che ha consentito, proprio a partire da quel dramma mai dimenticato, di trovare sempre nuove soluzioni per garantire il massimo livello di sicurezza”.
Oggi, le vie di fuga per le persone che devono abbandonare il tunnel sonogarantite da 37 luoghi sicuri termo resistenti, tutti collegati a un passaggio che corre al di sotto della galleria; fumo e calore possono essere rimossi con precisione ed è possibile introdurre aria fresca dappertutto. Oltre a questo, 76 ventilatori longitudinali fanno circolare l'aria nel tunnel, nella direzione richiesta; la velocità del traffico è limitata a 70 km/h e agli automobilisti viene richiesto di mantenere una distanza minima di 150 m. E ancora, la merce pericolosa non può più essere trasportata all'interno del tunnel dove 44 semafori e 40 barriere possono fermare il traffico in ogni momento, mentre ogni 600 metri display luminosi forniscono agli automobilisti le informazioni necessarie. Tutte le colonnine di soccorso sono isolate acusticamente e vi è un numero sufficiente di aree di sosta per le vetture che hanno subito un guasto. Le squadre di intervento immediato sono sempre sul posto su entrambi i piazzali e nel centro del tunnel.
“Rinnovando il cordoglio di tutta la comunità valdostana alle famiglie colpite dal terribile lutto - conclude il Presidente della Giunta - desidero sottolineare come tutto questo impegno per migliorare non sia certamente cessato e ribadire che non cesserà, perché eventi drammatici come l’incendio del Tunnel del Monte Bianco non si debbano più ripetere”.












