“Cosa ce ne faremo della nostra Autonomia se non avremo più un soldo nelle casse?”. La frase se l'è lasciata scappare il deputato valdostano Rudi Marguerettaz, che oggi, lunedì 28 ottobre, insieme al senatore Albert Lanièce ha incontrato, nella sala riunioni della sede dell'Uv, i rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali per illustrare, sono parole sue, “le poche luci e le tante ombre della manovra di stabilità del Governo Letta”.
Pier Antonio Genestrone, Presidente di Confcommercio e vice presidente di Rete Imprese Italia VdA, si era fatto portavoce della richiesta di incontro con i parlamentari valdostani a nome anche delle segreterie regionali di Confartigianato, Confindustria, Confagricoltura e Associazione albergatori-Adava. “Dalla legge di stabilità del Governo Letta ci aspettavamo molto di più – hanno sostenuto le categorie imprenditoriali - l’irrilevante taglio delle tasse nel triennio viene totalmente assorbito, in termini di potere d’acquisto dall’aumento Iva. La delusione è forte perché ancora una volta il Governo non ha saputo dare risposte concrete alle attese del terziario e dei consumatori, e finora non c’è stato il più volte promesso taglio alla spesa pubblica”.
La risposta alle istanze di Rete Imprese Italia-Vda e delle associazioni di categoria da parte di Marguerettaz e Lanièce è stata una vera doccia fredda: “Dal Governo Letta abbiamo avuto solo tante belle parole, come da Monti, ma nei fatti la Valle d'Aosta è la regione italiana che esce maggiormente penalizzata, tra quelle a Statuto speciale, dall'applicazione della Legge di stabilità”. I numeri elencati dai parlamentari valdostani fanno paura: “L'iniquità della manovra nei confronti della regioni a Statuto speciale – hanno spiegato - è dimostrata dal fatto che i tagli alla Sanità nazionale, 500 milioni di euro quest'anno e 600 nel 2014, saranno assorbiti interamente da una compensazione che graverà solo ed esclusivamente su Valle d'Aosta, Trentino, Friuli e Sardegna. Non sarà coinvolta dalla compartecipazione la Sicilia, evidentemente perchè ' 61 parlamentari siciliani hanno un peso 'forte' in Parlamento”.
A conti fatti, alla Valle toccherà sborsare, a mò di contributo per i tagli al Sistema sanitario nazionale, qualcosa come 50 milioni di euro entro il 2013 e più di 60 il prossimo anno. “Stando così' le cose – hanno detto Lanièce e Marguerettaz – certamente non potremo votare la Legge di stabilità, sarebbe uno schiaffo a tutti i valdostani”. Secondo i parlamentari valdostani “Il Governo Letta sta mettendo in pericolo l'autonomia finanziaria della Regione tanto quanto aveva fatto l'esecutivo Monti. Non sarà ritoccato il Titolo Quinto della Costituzione, semplicemente ci saranno tolte risorse finanziarie. Con danni inevitabili su tutte le imprese locali, sulle categorie imprenditoriali, sui dipendenti, sulle famiglie”.
“Il cuneo fiscale, alla fine, scontenta tutti – ha incalzato Marguerettaz - e con il Gruppo per le Autonomie stiamo decidendo un'opportuna azione di sensibilizzazione verso le gravi problematiche che la manovra, così come si presenta oggi, comporterà per le regioni di montagna”. Per il ripianamento del debito pubblico “l'attuale governo ha mantenuto le quote fisse imposte alle regioni a Statuto speciale, con la sola possibilità di variarle in caso di un'accordo tra le regioni stesse. Accordo che, ovviamente, è impossibile: chi accetterebbe e per quale motivo di pagare più di un altro?”.
Nel riparto fiscale la Valle d'Aosta appare maggiormente penalizzata: “Il nostro contributo netto sarà di 109 milioni per il 2013 – ha detto Lanièce – contro i 70, ad esempio, della Provincia di Trento, e i 60 della Sardegna”. Il quadro generale della situazione preoccupa, e non poco, le categorie imprenditoriali valdostane. “Ci impegnamo a fare la nostra parte, ma non lasciateci soli ad affrontare una crisi economica e quindi gestionale sempre più difficile da risolvere”, hanno sottolineato, oltre a Genestrone, Edda Crosa e Alfredo Lingeri (Confindustria), Emilio Cenghialta (Confcommercio) , Ezio Mossoni (Coldiretti), Stefano Toscano (Ava-Confartigianato), Alessandro Cavaliere ed Emilio Conte (Adava).












